La celebrazione di Papa Leone XIV in Piazza San Pietro
Domenica 5 ottobre 2025, in Piazza San Pietro, Papa Leone XIV ha presieduto la solenne Santa Messa del Giubileo del Mondo Missionario e dei Migranti, celebrata nella XXVII domenica del Tempo Ordinario. L’evento ha rappresentato un momento centrale del Giubileo 2025, richiamando migliaia di fedeli, missionari, migranti e pellegrini provenienti da tutto il mondo.
Il carattere universale della Chiesa è emerso con forza nella liturgia, che ha unito in un’unica celebrazione due dimensioni fondamentali: l’azione missionaria e l’accoglienza verso i migranti. Due volti diversi, ma strettamente legati, della stessa vocazione cristiana: annunciare il Vangelo e incarnarlo nella carità.
L’omelia di Papa Leone XIV: un richiamo alla missione
Nell’omelia, il Pontefice ha insistito sul fatto che la missione non è un’opzione accessoria, ma un tratto essenziale dell’identità della Chiesa. “La Chiesa – ha affermato – non può rimanere chiusa in se stessa, non può accontentarsi di custodire ciò che ha. È chiamata a uscire, ad andare incontro al mondo, portando la luce del Vangelo nelle situazioni più oscure e ferite”.
Il Papa ha invitato i fedeli a non cedere all’indifferenza né alla tentazione di rifugiarsi in una fede privata. La missione, ha detto, significa testimoniare con la vita, con gesti concreti di giustizia, misericordia e accoglienza. Ha inoltre richiamato la centralità della speranza cristiana: “La speranza non delude. Essa è la forza che ci sostiene nel bene anche quando il male sembra prevalere”.
Migranti: fratelli e sorelle da accogliere
Un altro tema centrale della celebrazione è stato quello dei migranti. Papa Leone XIV ha denunciato l’indifferenza e la chiusura che spesso circondano coloro che fuggono da guerre, carestie o persecuzioni. “Ogni migrante porta con sé una storia, un volto, una dignità. Non possiamo voltare lo sguardo altrove, né costruire muri che isolano e dividono. La Chiesa è chiamata a essere casa di accoglienza e segno di fraternità universale”.
Il richiamo è stato forte e diretto: l’accoglienza non è solo un’opera di carità, ma un dovere che nasce dalla fede. “Chi accoglie l’altro – ha sottolineato – accoglie Cristo stesso”.
La speranza come filo conduttore del Giubileo
Il tema del Giubileo 2025 è la speranza, e la celebrazione di domenica ha mostrato come la speranza sia il cuore del cammino missionario e dell’accoglienza dei migranti. Non una speranza astratta o ingenua, ma una forza concreta che nasce dalla fede e che sostiene nei momenti di difficoltà.
Papa Leone XIV ha ricordato che la speranza cristiana non è evasione dal mondo, ma impegno per trasformarlo. “La speranza – ha detto – ci spinge a vedere oltre le difficoltà, a non lasciarci schiacciare dal peso dei problemi, a continuare a credere che il bene è più forte del male”.
Una celebrazione universale e partecipata
La Messa ha visto la partecipazione di fedeli provenienti da oltre cento Paesi, insieme a missionari, sacerdoti e vescovi che operano nelle situazioni più difficili del pianeta. La liturgia è stata trasmessa in diretta, permettendo a milioni di persone di unirsi spiritualmente all’evento.
Dopo la Messa, il Giubileo del Mondo Missionario e dei Migranti è proseguito con la “Festa dei Popoli”, un momento di incontro e testimonianza nei Giardini di Castel Sant’Angelo, e con un incontro internazionale presso la Pontificia Università Urbaniana. Questi appuntamenti hanno sottolineato come il Giubileo non sia soltanto un evento liturgico, ma un’occasione di dialogo, cultura e fraternità.
Papa Leone XIV : fede, missione e speranza
La celebrazione di domenica 5 ottobre ha mostrato ancora una volta che la Chiesa è missione per sua stessa natura. Il Papa ha invitato tutti a non restare fermi, ma a diventare “missionari di speranza”, capaci di annunciare con la vita l’amore di Cristo e di costruire comunità inclusive e accoglienti.
Il Giubileo del Mondo Missionario e dei Migranti si rivela così non solo una tappa del calendario giubilare, ma un segno profetico per il nostro tempo: fede, missione e speranza come strumenti per affrontare le sfide globali e costruire insieme un futuro di pace e fraternità.