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Vaticano, il giuramento delle Guardie Svizzere 2025 : fedeltà al Papa e tradizione secolare

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Guardie Svizzere : la cerimonia del 3 ottobre in Sala Clementina rinnova una tradizione che unisce storia, fede e servizio alla Chiesa universale, dal Sacco di Roma alla sicurezza attuale di Papa Leone XIV

Un rito di fedeltà rinnovato

Nella giornata di venerdì 3 ottobre 2025, la Sala Clementina del Palazzo Apostolico in Vaticano ha ospitato la tradizionale cerimonia del giuramento delle Guardie Svizzere Pontificie. Un momento solenne che unisce storia, fede e servizio, e che si ripete ogni anno come testimonianza viva della dedizione al Pontefice e alla Chiesa universale.

Il giuramento è il passaggio ufficiale che sancisce l’ingresso dei nuovi alistati nel Corpo della Guardia Svizzera, il più piccolo esercito del mondo ma al tempo stesso uno dei più antichi ancora in attività.

La Guardia Svizzera: cinque secoli di storia

Le Guardie Svizzere furono istituite nel 1506 da Papa Giulio II, che chiamò a Roma un contingente di soldati elvetici, noti per disciplina e lealtà, per proteggere il Pontefice e i Palazzi Vaticani.
Da allora, con alterne vicende, la Guardia ha sempre mantenuto il proprio ruolo di difesa del Papa, divenendo anche un simbolo di continuità e fedeltà attraverso i secoli.

Uno degli episodi più drammatici fu il Sacco di Roma del 1527, quando 147 guardie morirono per difendere Papa Clemente VII. Ancora oggi, il giuramento annuale del 6 maggio commemora quel sacrificio, ma il rito può essere ripetuto anche in altri momenti dell’anno, come accaduto nel 2025.

Guardie Svizzere e modernità: nuove tecnologie al servizio della sicurezza

Pur restando ancorate a una tradizione secolare, le Guardie Svizzere Pontificie hanno saputo adattarsi alle esigenze della contemporaneità. Oggi il Corpo non è soltanto simbolo cerimoniale, ma svolge un ruolo centrale nella protezione del Pontefice e della Città del Vaticano attraverso l’uso di tecnologie avanzate.

Negli ultimi anni sono stati introdotti sistemi di videosorveglianza ad alta definizione, strumenti di comunicazione crittografata e protocolli di sicurezza condivisi con le forze di polizia italiane e con i servizi di intelligence. Le Guardie seguono regolari corsi di aggiornamento su cybersecurity, gestione delle emergenze, antiterrorismo e pronto intervento medico, in modo da garantire una protezione efficace in un contesto globale complesso.

Accanto alle uniformi storiche, le Guardie indossano equipaggiamenti moderni in occasione di esercitazioni e operazioni speciali, con l’impiego di armamenti di nuova generazione e dispositivi di protezione individuale. Questa integrazione tra simbolismo storico e strumenti tecnologici dimostra come il Corpo sia riuscito a mantenere intatta la propria identità, senza rinunciare alla necessaria evoluzione.

Il giuramento del 3 ottobre 2025 ha quindi ricordato non solo il peso della tradizione, ma anche la capacità delle Guardie Svizzere di guardare al futuro, coniugando fedeltà al Papa e competenze moderne per rispondere alle sfide di oggi e di domani.

La cerimonia del 3 ottobre in Vaticano

Alla presenza delle autorità vaticane, dei familiari delle reclute e di ospiti internazionali, i giovani svizzeri hanno prestato giuramento con la formula tradizionale, pronunciata nella propria lingua madre.
Uno per volta, con la mano sinistra che tocca la bandiera della Guardia e la destra alzata con tre dita tese – simbolo della Trinità – ciascun alistato ha dichiarato fedeltà al Papa e ai suoi successori, impegnandosi a difenderli anche a costo della vita.

La scelta della Sala Clementina, riccamente decorata e carica di valore simbolico, ha reso ancora più intenso il significato del rito.

Le parole di Papa Leone XIV

Durante l’incontro con le nuove Guardie e con i loro familiari, Papa Leone XIV ha espresso la sua gratitudine per il servizio che i giovani svizzeri offrono alla Chiesa. Ha sottolineato come il loro compito non sia soltanto militare, ma anche spirituale: “Il vostro giuramento è un atto di fede e di testimonianza. Difendere il Papa significa custodire non solo una persona, ma la missione stessa della Chiesa, che è quella di annunciare il Vangelo e servire l’umanità.”

Il Pontefice ha anche incoraggiato le Guardie a vivere il periodo di servizio in Vaticano come un’occasione di crescita personale e spirituale, unendo la disciplina militare a una forte dimensione di fraternità e di preghiera.

Le uniformi storiche e il mito di Michelangelo

L’uniforme delle Guardie Svizzere Pontificie è senza dubbio una delle immagini più riconoscibili del Vaticano e un’icona mondiale di tradizione e fedeltà. Spesso attribuita erroneamente a Michelangelo, in realtà la versione attuale risale al 1914, quando il comandante Jules Repond decise di dare una forma definitiva all’abito cerimoniale.

Repond si ispirò a numerose fonti rinascimentali, tra cui affreschi di Raffaello e scene militari raffigurate nei Palazzi Vaticani, creando un’uniforme che unisse rigore militare, estetica storica e forte valore simbolico. I colori vivaci – blu, rosso e giallo – richiamano la tradizione elvetica e la vicinanza alla figura del Pontefice, mentre il taglio rinascimentale vuole rievocare i secoli della fondazione del Corpo.

Prima del Novecento, infatti, le Guardie non indossavano un abito uniforme standardizzato: le fogge variavano con i secoli e con le epoche storiche. L’uniforme attuale rappresenta dunque una ricostruzione idealizzata, ma è divenuta nel tempo un tratto distintivo della Guardia, tanto da essere spesso percepita come autenticamente “rinascimentale”.

Accanto alla livrea cerimoniale, le Guardie dispongono oggi anche di divise operative moderne, necessarie per il servizio quotidiano di sorveglianza e di sicurezza, soprattutto in occasione di eventi con grande afflusso di fedeli e pellegrini.

Requisiti e routine quotidiana delle Guardie Svizzere

Diventare Guardia Svizzera non è semplice. Tra i requisiti principali:

  • cittadinanza svizzera,

  • fede cattolica,

  • età tra 19 e 30 anni,

  • aver completato il servizio militare in Svizzera,

  • altezza minima di 174 cm,

  • stato civile celibe al momento dell’arruolamento.

La vita quotidiana in Vaticano alterna servizio militare, attività di sicurezza, partecipazione alle cerimonie liturgiche e momenti di formazione spirituale. Molti ex-guardie, terminato il periodo di servizio, rientrano in Svizzera portando con sé un bagaglio di esperienze uniche.

Il valore attuale del giuramento

In un contesto internazionale segnato da instabilità e conflitti, il rito del giuramento delle Guardie Svizzere mantiene una grande attualità. Non si tratta solo di un atto militare, ma di un gesto che ricorda a tutti l’importanza della fedeltà, del sacrificio e della protezione dei valori spirituali.

Il giuramento del 3 ottobre 2025 ha confermato la continuità di una tradizione che unisce passato e presente, rappresentando un segno visibile di stabilità e di servizio nella vita della Chiesa cattolica.

Curiosità e aneddoti storici

  • Le Guardie Svizzere sono l’unico corpo militare che, oltre al servizio armato, partecipa regolarmente a cerimonie liturgiche e religiose.

  • La bandiera della Guardia Svizzera porta i colori del Papa regnante e dello stemma del comandante in carica.

  • Dal 1914 a oggi, tutte le reclute hanno continuato a giurare sulla stessa formula, che resta immutata nel tempo.

La cerimonia di ieri in Vaticano ha mostrato ancora una volta quanto il giuramento delle Guardie Svizzere sia più di una formalità: è un segno concreto di dedizione, un ponte tra fede e servizio, tra passato e futuro.
Con le nuove reclute che hanno alzato la mano destra in segno di fedeltà, la tradizione si è rinnovata, confermando che la missione della Guardia Svizzera Pontificia resta attuale e vitale per la Chiesa e per il mondo.

Immagine: elaborazione artistica, realizzata con Intelligenza Artificiale.

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