Nel giuramento del 3 ottobre 2025 in Sala Clementina, il Pontefice ha invitato le nuove Guardie a vivere il servizio con fedeltà, speranza e apertura al mondo.
Il 3 ottobre 2025, nella splendida cornice della Sala Clementina del Palazzo Apostolico, si è svolta la cerimonia del giuramento delle Guardie Svizzere Pontificie. L’evento, che rinnova una tradizione secolare, ha assunto quest’anno un significato particolare grazie alle parole di Papa Leone XIV, che ha invitato le nuove reclute a vivere il loro servizio con umiltà, spirito di unità e una visione universale capace di abbracciare le sfide del nostro tempo.
La cerimonia del giuramento: un rito che unisce storia e fede
Il giuramento delle Guardie Svizzere rappresenta uno dei momenti più solenni della vita vaticana. I giovani, provenienti dalla Confederazione Elvetica, si presentano davanti al Papa e alle autorità ecclesiastiche e civili per pronunciare la formula tradizionale di fedeltà. Con la mano sinistra sulla bandiera del Corpo e la destra alzata con tre dita tese, simbolo della Trinità, si impegnano a difendere il Pontefice e a servire la Chiesa “anche a costo della vita”.
La Sala Clementina, luogo scelto per la cerimonia, con i suoi affreschi e la sua solennità, amplifica il valore di un rito che non è solo militare ma profondamente spirituale.
Il ringraziamento del Pontefice
Papa Leone XIV ha voluto innanzitutto esprimere gratitudine alle Guardie, ricordando che il loro compito non si limita alla difesa fisica del Pontefice. “La vostra presenza accanto al Papa”, ha sottolineato, “è segno visibile della fedeltà, della dedizione e della forza della fede che vi anima”.
Le Guardie non sono soltanto custodi dei luoghi più sacri della cristianità, ma anche testimoni di unità per i milioni di pellegrini che ogni anno attraversano le porte del Vaticano.
«Alla scuola di Cristo umile e obbediente»
Il messaggio centrale del Papa è stato un richiamo a mettersi alla scuola di Cristo, imparando da Lui l’umiltà e l’obbedienza. Non si tratta, ha spiegato, di virtù astratte, ma di atteggiamenti concreti che devono guidare ogni giorno il servizio delle Guardie.
L’esperienza a Roma, con la ricchezza della sua storia, delle sue opere d’arte e della sua cultura, diventa così una vera palestra spirituale: non solo occasione di crescita personale, ma anche strumento per testimoniare la fede davanti al mondo.
Un invito a essere missionari di speranza
Papa Leone XIV ha insistito molto sull’importanza della speranza. Ha ricordato che il servizio non è solo difesa e disciplina, ma anche testimonianza viva. Ha invitato i giovani a diventare “missionari di speranza” non con grandi gesti, ma con la costanza della vita quotidiana, fatta di piccole azioni di fraternità, disponibilità e dedizione.
Il loro esempio, ha spiegato, può ispirare coetanei e famiglie, mostrando come la fede possa incarnarsi in un impegno concreto e gioioso.
Guardare al futuro con coraggio
Papa Leone XIV ha dedicato una parte del discorso al futuro delle Guardie dopo il servizio in Vaticano. Alcuni torneranno in patria, altri proseguiranno gli studi, altri ancora intraprenderanno nuove vocazioni. In ogni caso, ha esortato ciascuno a “osare”, ad affrontare con coraggio le sfide della società contemporanea e a contribuire alla costruzione di una civiltà dell’amore.
Le difficoltà sociali, ambientali, economiche e culturali non devono scoraggiare, ma diventare occasione per portare nel mondo lo spirito di unità e di servizio sperimentato accanto al Pontefice.
Guardie Svizzere tra tradizione e modernità
Il discorso del Papa si inserisce in un contesto in cui la Guardia Svizzera è chiamata a custodire la sua tradizione secolare, senza rinunciare alla modernità. Al fianco delle celebri uniformi rinascimentali, il Corpo utilizza oggi strumenti tecnologici avanzati: sistemi di videosorveglianza, equipaggiamenti di sicurezza e programmi di formazione continua in materia di protezione, antiterrorismo e primo soccorso.
Il Papa ha riconosciuto implicitamente questo sforzo di aggiornamento, invitando le Guardie a unire alla competenza tecnica la profondità della testimonianza spirituale. Solo così il loro servizio può diventare un messaggio credibile per il mondo contemporaneo.
La dimensione universale del servizio
Uno dei passaggi più forti del discorso di Papa Leone XIV è stato l’appello a vivere il servizio in Vaticano come esperienza universale. Le Guardie Svizzere, pur essendo poche decine, rappresentano un corpo che ha una risonanza mondiale. Ogni loro gesto, ogni loro presenza nelle celebrazioni papali, diventa un segno di fedeltà e di testimonianza per la Chiesa intera.
Il Pontefice ha ricordato che la loro missione non termina al confine delle mura leonine: essa continua in ogni luogo in cui porteranno l’esperienza maturata, trasformandola in impegno per il bene comune.
Conclusione
Il giuramento del 3 ottobre 2025 ha offerto non solo il rinnovarsi di una tradizione che dura da oltre cinque secoli, ma anche l’occasione di ascoltare le parole di Papa Leone XIV, capaci di illuminare il valore profondo di questo servizio.
Con l’invito a essere testimoni di umiltà e visione universale, il Pontefice ha tracciato una via che non riguarda soltanto le Guardie Svizzere, ma tutti i credenti: vivere con fedeltà, con apertura al mondo e con la certezza che la speranza cristiana resta il motore per affrontare le sfide del presente e costruire il futuro.
Per maggiori informazioni e riflessioni sulla cerimonia e il discorso del Papa, vedi anche l’articolo su Fede e Ragione Vaticano, Guardie Svizzere 2025 : Papa Leone XIV e discernimento del servizio.
Immagine: elaborazione artistica con Intelligenza Artificiale, Grok.