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Rubin Observatory : prime immagini spettacolari, un viaggio cosmico guidato da scienza e meraviglia

Rubin Observatory Marzo 2024

Una nuova era per l’osservazione astronomica, grazie al Rubin Observatory : milioni di galassie, stelle e asteroidi già visibili grazie al nuovo colosso della ricerca spaziale

Il 23 giugno 2025, nel corso di un evento ufficiale trasmesso in diretta da Washington D.C., l’osservatorio Vera C. Rubin ha presentato al mondo le sue prime, straordinarie immagini dell’universo. È l’avvio di un’impresa destinata a trasformare la nostra conoscenza del cosmo e a suscitare domande profonde sull’origine e il senso dell’universo.

Costruito sulla vetta del Cerro Pachón, in Cile – una delle aree più favorevoli all’osservazione astronomica – il Rubin Observatory è il risultato di oltre vent’anni di collaborazione tra la National Science Foundation (NSF) e il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti (DOE). Al centro della sua missione c’è il Legacy Survey of Space and Time (LSST), una mappatura del cielo che durerà almeno dieci anni e genererà un’enorme quantità di dati utili alla scienza, all’educazione e alla riflessione filosofica e teologica.

Un universo in divenire: immagini sorprendenti fin dalle prime ore

Le prime dieci ore di osservazione sono bastate per restituire un’impressionante quantità di dati: milioni di galassie e stelle, oltre 2.000 nuovi asteroidi e sette oggetti potenzialmente vicini alla Terra – nessuno dei quali attualmente pericoloso. In un solo anno, il Rubin Observatory genererà più informazioni di tutti i telescopi ottici precedenti messi insieme.

Uno dei video pubblicati mostra due galassie in primo piano e poi, allargando il campo, rivela oltre dieci milioni di galassie: una frazione infinitesimale delle circa venti miliardi che l’osservatorio esplorerà nel prossimo decennio. Un altro video documenta la scoperta, in pochissime ore, di oltre 2.100 asteroidi sconosciuti.

Nebulose Trifida e Laguna – NSF-DOE Vera C. Rubin Observatory

Immagine: Nebulose Trifida e Laguna – Credit NSF-DOE Vera C. Rubin Observatory

Un laboratorio cosmico per comprendere il visibile e l’invisibile

«Il Rubin Observatory catturerà più informazioni sull’universo di tutti i telescopi ottici precedenti. Esploreremo i grandi misteri cosmici, inclusi materia oscura ed energia oscura», ha dichiarato Brian Stone, direttore ad interim della NSF. Il riferimento alla materia oscura e all’energia oscura – che costituiscono circa il 95% dell’universo e restano in gran parte sconosciute – ci riporta alle domande ultime sul mistero dell’esistenza e sulla struttura profonda della realtà.

Michael Kratsios, direttore dell’Ufficio per la Scienza e la Tecnologia della Casa Bianca, ha aggiunto: «Questo osservatorio rappresenta un investimento nel futuro, una pietra miliare di conoscenza su cui costruiranno le generazioni a venire». Una conoscenza che interroga, che alimenta la curiosità e la sete di verità dell’uomo.

Vera Rubin al lavoro al Kitt Peak National Observatory

Immagine: Vera Rubin al lavoro al Kitt Peak National Observatory. Credit Rubin Observatory/NSF/AURA.

In memoria di Vera Rubin, tra scienza e testimonianza umana

Il progetto porta il nome dell’astronoma Vera C. Rubin, che contribuì in modo decisivo a dimostrare l’esistenza della materia oscura attraverso le sue osservazioni sulle galassie. Oltre al suo apporto scientifico, Rubin è ricordata per la sua determinazione come donna di scienza in un contesto prevalentemente maschile. Un omaggio a chi ha saputo cercare, con umiltà e rigore, ciò che è nascosto agli occhi.

Vedi la pagina dedicata sul sito web del Rubin Observatory.

Un cielo da esplorare notte dopo notte

Il Rubin Observatory è dotato di uno specchio da 8,4 metri e della più grande fotocamera digitale mai realizzata. Ogni notte, fotograferà il cielo dell’emisfero sud, ripetendo il ciclo ogni tre o quattro giorni. Questo permetterà agli scienziati – e forse anche a filosofi e teologi – di riflettere sull’evoluzione delle galassie, sulle supernove, sugli oggetti interstellari e su ciò che, pur invisibile, esercita una forza reale nell’universo.

Conoscenza aperta e partecipata: la scienza come bene comune

Uno degli aspetti più significativi della missione LSST è la condivisione pubblica dei dati: immagini, strumenti e informazioni saranno accessibili non solo ai ricercatori, ma anche agli educatori, agli studenti e ai citizen scientists, cioè a chiunque desideri contribuire alla ricerca scientifica. Una scienza che si mostra al pubblico, che educa, ispira e coinvolge, in linea con una visione della conoscenza come bene comune.

Immagine nel titolo: Rubin Observatory, marzo 2024 Credit Rubin Observatory/NSF/AURA/A. Pizarro D.

Credit video: NSF-DOE Vera C. Rubin Observatory.

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