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Papa Leone XIV contro la droga : Ogni dipendenza può essere vinta, insieme

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Il Papa esorta a non abbandonare chi è schiavo delle dipendenze e denuncia i poteri criminali che lucrano sulla disperazione. Un appello forte alla speranza, alla dignità e all’incontro.

Un discorso che interpella coscienze e istituzioni.

In occasione della Giornata internazionale contro la droga, giovedì 26 giugno 2025, Papa Leone XIV ha pronunciato un discorso intenso e profondo nel Cortile di San Damaso in Vaticano. L’incontro, arricchito dalla presenza di rappresentanti istituzionali come Alfredo Mantovano e dalla testimonianza di Paola Clericuzio della Comunità di San Patrignano, ha posto al centro il tema della liberazione dalle dipendenze come cammino possibile e necessario, personale e sociale.

Il Papa ha iniziato con il segno della croce e un caloroso saluto ai presenti, sottolineando il valore della parola “speranza” non come slogan, ma come luce riconquistata attraverso il dolore e il riscatto. Ha richiamato l’incontro tra Gesù e i suoi discepoli dopo la resurrezione come simbolo di una pace che può rinascere anche dove tutto sembra perduto.

La droga come prigione invisibile e il dovere della liberazione

La vostra presenza qui è una testimonianza di libertà”, ha detto il Papa rivolgendosi ai partecipanti, molti dei quali con esperienze dirette di dipendenza. Ha definito la droga e le altre dipendenze – inclusi alcol e gioco d’azzardo – come catene invisibili, che possono essere spezzate solo attraverso percorsi condivisi e solidali.

Ha ricordato l’approccio misericordioso di Papa Francesco, il quale, visitando le carceri, si domandava sempre: “Perché loro e non io?”. Questa umiltà è diventata il cuore del messaggio: nessuno è immune, tutti possono cadere, ma tutti possono anche risorgere.

La denuncia del sistema e delle ingiustizie strutturali

Il Pontefice ha denunciato con parole chiare i grandi interessi economici e criminali che ruotano intorno al narcotraffico e alla dipendenza: “Esistono enormi concentrazioni di interesse e ramificate organizzazioni criminali che gli Stati hanno il dovere di smantellare”. A fronte di questo, ha stigmatizzato la criminalizzazione delle vittime, troppo spesso punite per le loro fragilità, mentre i veri responsabili restano impuniti.

Ha invocato una cultura dell’incontro, fatta di inclusione e giustizia, secondo lo spirito del Giubileo, che invita alla restituzione e alla riconciliazione civile e personale.

Un appello ai giovani: siate protagonisti della rinascita

Papa Leone XIV ha parlato direttamente ai giovani: “Voi non siete spettatori del rinnovamento, ma protagonisti”. Ha ricordato il Salmo 117: “La pietra scartata dai costruttori è divenuta pietra d’angolo”, per affermare che anche chi è stato emarginato può diventare fondamento di una nuova umanità.

Il Papa ha insistito sul valore delle esperienze di dolore e rinascita, che rendono i giovani liberati dalla droga dei testimoni di cambiamento possibile. Ha affermato che la Chiesa, l’umanità, l’educazione e la politica hanno bisogno di loro.

La comunità come cura: superare l’individualismo e costruire reti di solidarietà

Nel suo intervento, Papa Leone XIV ha evidenziato come la solitudine e l’isolamento sociale siano spesso il terreno fertile su cui germogliano le dipendenze. Ha invitato le comunità, le parrocchie, le scuole e le famiglie a essere luoghi vivi di ascolto e accoglienza, dove ogni persona possa sentirsi riconosciuta, accettata e accompagnata. «Il male – ha detto – si vince insieme», ricordando che la guarigione non è solo individuale, ma richiede relazioni umane sane, reti solidali e percorsi condivisi. In una società che tende a marginalizzare chi è in difficoltà, il Papa ha chiesto di costruire una cultura della prossimità che rigetti ogni forma di abbandono e indifferenza.

Un invito alla responsabilità educativa e civile

Il Pontefice ha anche richiamato la responsabilità delle istituzioni educative e culturali, dei media e della politica, perché siano strumenti di prevenzione e non di spettacolarizzazione del dolore. Ha sollecitato un rinnovato impegno per una pedagogia della libertà e della speranza, capace di formare le coscienze, soprattutto dei più giovani, al discernimento e alla responsabilità. Il contrasto alla droga, ha sottolineato, non può limitarsi alla repressione, ma deve fondarsi su un lavoro costante di educazione al senso della vita, al rispetto di sé e degli altri, alla ricerca di un significato autentico dell’esistenza.

La società ha bisogno di un sussulto di coscienza

Il Pontefice ha chiesto un sussulto collettivo, affinché la dignità umana torni ad essere il fondamento dell’agire politico e sociale. Ha invitato a moltiplicare i luoghi di guarigione, incontro e educazione, con politiche sociali capaci di partire dalla strada, senza mai considerare nessuno come perso.

Ha concluso affidando tutti alla guida di Maria Santissima e pregando affinché il suo ministero possa essere sempre a servizio della speranza e della pace.

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