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Arte e cultura

La musica che innalza la fede : Papa Leone XIV celebra il valore della musica nella liturgia

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Il Papa riflette sulla musica liturgica come espressione viva di fede, bellezza e partecipazione. La polifonia come metafora della Chiesa

Mercoledì 18 giugno 2025, nella Sala Regia del Palazzo Apostolico, Papa Leone XIV ha preso parte all’evento promosso dalla Fondazione Domenico Bartolucci e dalle Poste Vaticane, in occasione del 500° anniversario della nascita di Giovanni Pierluigi da Palestrina. L’incontro ha celebrato non solo l’illustre compositore rinascimentale, ma anche la profondità spirituale della musica sacra nella vita della Chiesa.

«Dopo aver ascoltato queste voci angeliche, sarebbe quasi meglio non parlare e lasciarci con questa bellissima esperienza», ha esordito il Pontefice, subito dopo l’esecuzione corale.

Giovanni Pierluigi da Palestrina : un ponte tra bellezza, fede e riforma

Nato nel 1525, Giovanni Pierluigi da Palestrina è considerato uno dei più grandi compositori della storia della Chiesa. Le sue opere, ha ricordato il Papa, si collocano nel contesto storico e spirituale della Controriforma, contribuendo con l’arte alla gloria di Dio e alla santificazione dei fedeli, come già riconosceva San Pio X.

Leone XIV ha sottolineato la forza spirituale delle composizioni ispirate al canto gregoriano, che congiungono la sobrietà liturgica all’elevazione estetica:

«Esse arricchiscono di maggior solennità i riti sacri, favorendo l’unanimità e la preghiera partecipata».

Papa Leone XIV: la polifonia come simbolo di comunione

Centrale nel discorso del Papa è la riflessione sulla polifonia, intesa non solo come linguaggio musicale ma come metafora teologica e spirituale. Le diverse voci che si intrecciano nel rispetto delle regole del contrappunto esprimono la diversità riconciliata nella comunione, sotto la guida dello Spirito Santo.

«L’effetto di questa unità dinamica nella diversità – ha affermato Leone XIV – è quello di aiutare chi ascolta ad entrare con maggiore profondità nel mistero espresso dalle parole».

Un modello che parla alla Chiesa di oggi: voci diverse, ruoli differenti, ma armonia nella fede e nella missione comune.

Tradizione e attualità : un’eredità viva

Il Pontefice ha incoraggiato compositori, cori e istituzioni a riscoprire la grande tradizione polifonica romana, a partire dalla celebre Missa Papae Marcelli, ma anche dal repertorio del Cardinale Domenico Bartolucci, per cinquant’anni direttore della Cappella Musicale Pontificia “Sistina”.

Pur riconoscendo l’evoluzione della liturgia, Leone XIV ha ribadito l’importanza di una musica liturgica che sia veramente sacra, capace di unire mente, cuore e voce, favorendo la partecipazione piena, consapevole e attiva dei fedeli, secondo lo spirito della Sacrosanctum Concilium del Concilio Vaticano II.

Il canto come metaforico cammino spirituale

In chiusura del discorso, il Papa ha citato Sant’Agostino, che nel suo Sermo 256 scriveva:

«Canta e cammina! Non uscire di strada, non volgerti indietro, non fermarti!».

Una frase che diventa invito a vivere la musica non solo come arte o decorazione, ma come esperienza di pellegrinaggio interiore, che accompagna la comunità cristiana nel suo cammino liturgico e spirituale, in particolare durante l’Anno Giubilare 2025.

Fede, cultura, spiritualità e bellezza : un’alleanza feconda

L’evento ha visto la partecipazione di esponenti del mondo ecclesiale, musicale e culturale, tra cui il Cardinale Dominique Mamberti, Suor Raffaella Petrini, i membri della Fondazione Bartolucci e artisti della Cappella Musicale.

Il Papa ha espresso riconoscenza a tutti gli organizzatori e partecipanti, sottolineando il valore di iniziative che coltivano il legame tra arte e fede, promuovendo la bellezza come via di evangelizzazione e interiorità.

Custodire l’armonia, servire la liturgia

In tempi segnati da rumori, conflitti e distrazioni, la musica sacra autentica può aiutare a ritrovare il silenzio, la profondità e il senso del mistero. Il messaggio di Leone XIV, in continuità con il Magistero dei suoi predecessori, invita a custodire un’eredità preziosa e a rinnovarla, con creatività e fedeltà.

“Canta e cammina” non è solo un invito poetico, ma una sintesi del cammino della Chiesa: cantare la fede, camminare nella comunione, servire la liturgia con verità e bellezza.

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