Papa Leone XIV esalta la testimonianza di fede e coraggio del giovane martire congolese : Viviamo per il grande sogno della pace
Lunedì 16 giugno 2025, nella suggestiva cornice della Sala Clementina in Vaticano, Papa Leone XIV ha accolto con gioia i pellegrini della Repubblica Democratica del Congo, riuniti per celebrare la beatificazione di Floribert Bwana Chui, giovane laico della Comunità di Sant’Egidio, ucciso a Goma nel 2007 per la sua intransigente onestà e la fedeltà alla propria coscienza.
Il Pontefice ha esordito con le parole: «La pace sia con voi!», sottolineando subito la profondità spirituale di questo incontro. Ha ringraziato in particolare i vescovi congolesi, tra cui il vescovo di Goma, e ha salutato con affetto la madre e i familiari del nuovo Beato.
Un esempio di fede cristiana nella vita quotidiana
Papa Leone XIV ha ricordato la figura del giovane martire con le parole già pronunciate da Papa Francesco nel viaggio a Kinshasa del 2023:
«A soli ventisei anni, venne ucciso a Goma per aver bloccato il passaggio di generi alimentari deteriorati, che avrebbero danneggiato la salute della gente. In quanto cristiano, pregò, pensò agli altri e scelse di essere onesto, dicendo no alla sporcizia della corruzione».
Floribert Bwana Chui, funzionario doganale, si oppose alla corruzione radicata nel contesto sociale e politico in cui viveva. Ma la sua resistenza non era dettata da ostinazione personale: era frutto di una coscienza profondamente formata dalla preghiera, dall’ascolto del Vangelo e dalla comunione con i fratelli, elementi centrali nella spiritualità della Comunità di Sant’Egidio.
Preghiera, poveri e pace: le tre “P” di Sant’Egidio
Il Santo Padre ha sottolineato come il Beato Floribert incarnasse le tre “P” della spiritualità di Sant’Egidio: preghiera, poveri, pace. Era vicino ai ragazzi di strada, vittime della guerra e dell’abbandono, ai quali offriva non solo aiuto materiale ma anche formazione umana e cristiana. Il suo impegno era radicato nella carità cristiana e nella convinzione profonda che ogni giovane possa “fare cose grandi”, come riportato da un amico:
«Era convinto fossimo nati per fare cose grandi, per incidere nella storia, per trasformare la realtà».
Una pace disarmata e disarmante
In una regione ferita come il Kivu, devastata dalla guerra e dall’instabilità, Floribert portava avanti una battaglia per la pace fatta di gesti quotidiani, di relazioni umane, di fedeltà ai poveri. Una religiosa ha ricordato le sue parole:
«La comunità mette tutti i popoli alla stessa tavola», simbolo di un’umanità riconciliata.
Il Papa ha evidenziato l’attualità del messaggio del giovane martire per tutti i giovani africani, e non solo:
«Questo martire africano, in un continente ricco di giovani, mostra come essi possano essere un fermento di pace disarmata e disarmante».
Il sogno di Floribert : un mondo senza guerra
Floribert non si è mai rassegnato al male. Nutrito dalla Parola di Dio, sognava un mondo migliore. Le sue parole commuovono e interrogano ancora oggi:
«Il Signore prepara un mondo nuovo, dove la guerra non ci sarà più, gli odi saranno cancellati, la violenza non si affaccerà più come un ladro nella notte… i bambini cresceranno in pace. Sì, è un grande sogno. Non viviamo, allora, per ciò che non vale. Viviamo piuttosto per questo grande sogno!».
Un sogno che diventa missione, testimonianza, impegno concreto nella società.
Un modello per i laici e per i giovani di oggi
Concludendo il suo discorso, Papa Leone XIV ha rivolto una preghiera accorata perché, per l’intercessione della Vergine Maria e del Beato Floribert, “si realizzi presto la sospirata pace in Kivu, in Congo e in tutta l’Africa”. Ha anche ribadito il valore prezioso della testimonianza dei laici e dei giovani nella vita della Chiesa e della società.
Il martirio di Floribert Bwana Chui è segno che la santità è possibile nella vita ordinaria, nel lavoro, nella fedeltà alla coscienza e alla giustizia. Un messaggio potente e urgente per il nostro tempo.