Durante la Messa per il Giubileo dello Sport, il Santo Padre riflette sulla Sapienza di Dio, il gioco come immagine del Creatore e lo sport come strumento di fraternità, speranza e formazione umana
La Trinità come dinamismo divino e lo sport come riflesso della Sapienza.
Domenica 15 giugno 2025, Solennità della Santissima Trinità, Papa Leone XIV ha presieduto la Santa Messa nella Basilica di San Pietro in Vaticano in occasione del Giubileo dello Sport, evento inserito tra le celebrazioni dell’Anno Santo 2025. Durante l’omelia, il Pontefice ha offerto una profonda meditazione sul legame tra la Trinità e l’attività sportiva, tra spiritualità e corporeità, tra gioco e sapienza.
Commentando il passo del libro dei Proverbi (8,22.27.30-31), il Papa ha ricordato le parole della Sapienza che, creata all’origine, «giocava sul globo terrestre», trovando delizia tra gli esseri umani. Da questa immagine poetica e teologicamente audace, Leone XIV ha tratto lo spunto per definire Dio come Deus ludens, un Dio che si diverte, che ama, che crea con gioia.
«La teologia chiama la realtà trinitaria pericoresi, cioè “danza”: una danza d’amore reciproco», ha detto il Papa. «Ecco perché lo sport può aiutarci a incontrare Dio Trinità: perché richiede un movimento dell’io verso l’altro, esteriore ma anche e soprattutto interiore».
Lo sport come formazione spirituale : gratuità, incontro e limite
Papa Leone XIV ha proposto tre riflessioni sullo sport come mezzo di formazione umana e cristiana, sottolineando il suo valore educativo e comunitario in una società individualista, digitalizzata e ipercompetitiva.
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Contro la solitudine, lo sport insegna il “noi”: in un mondo segnato dall’isolamento, lo sport – in particolare quello di squadra – promuove la collaborazione, la condivisione, la coesione. «Lo sport diventa uno strumento di ricomposizione e d’incontro», ha detto, «tra i popoli, nelle comunità, negli ambienti scolastici e lavorativi, nelle famiglie!».
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Contro l’alienazione digitale, valorizza il corpo e la concretezza: lo sport riporta al contatto reale, al tempo presente, al sudore e alla fatica, elementi concreti che radicano la persona nella realtà. «Solo nella vita concreta si esercita l’amore», ha ricordato citando la Prima Lettera di Giovanni (3,18).
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Contro il culto della vittoria, insegna a perdere: in una società che idolatra il successo, lo sport offre l’opportunità di confrontarsi con la sconfitta, con il limite umano, con la fragilità. Il Papa ha ricordato che «i campioni non sono macchine infallibili», ma persone che cadono e si rialzano, testimoniando la speranza.
Un “Dai!” che è dono : sport e spiritualità si intrecciano
Il Santo Padre ha riflettuto anche sul significato implicito del tifo sportivo, prendendo spunto da un’espressione semplice ma profonda: «Dai!». Non si tratta solo di incitare qualcuno a correre o a vincere, ma di incoraggiare a dare sé stessi, a donarsi.
«È l’imperativo del verbo dare: non si tratta solo di dare una prestazione, ma di dare sé stessi, di giocarsi, anche per gli altri. Questo vale al di là del risultato».
Papa Leone XIV ha evocato anche il pensiero di San Giovanni Paolo II – lui stesso sportivo – che definiva lo sport come “gioia di vivere, gioco, festa”, affermando che va riscoperta la sua gratuità e la capacità di creare legami. Lo sport, quindi, come esperienza antropologica ed etica, ma anche come via alla trascendenza.
Pier Giorgio Frassati : un invito alla missione per ogni sportivo
L’omelia si è conclusa con un appello ai presenti: «La Chiesa vi affida una missione bellissima: essere, nelle vostre attività, riflesso dell’amore di Dio Trinità». Il Papa ha indicato l’esempio del Beato Pier Giorgio Frassati, patrono degli sportivi, che sarà proclamato santo il prossimo 7 settembre, come modello di santità laica e sportiva, capace di unire fede, amicizia, servizio e passione.
Richiamando infine le parole di San Paolo VI nel 1965, Leone XIV ha ribadito il valore spirituale e civile dello sport come strumento di pace, formazione e speranza in una società lacerata.
Angelus : sport, fraternità e appelli per la pace
Al termine della celebrazione, durante l’Angelus in Piazza San Pietro, Papa Leone XIV ha salutato con gioia gli sportivi di tutto il mondo, esortandoli a vivere lo sport con gratuità, rispetto e spirito fraterno. Ha poi ricordato che «lo sport è una scuola di rispetto e di lealtà, che fa crescere la cultura dell’incontro».
Il Pontefice ha rivolto diversi appelli alla pace:
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ha denunciato il massacro nella città di Yelwata, in Nigeria, dove circa 200 sfollati, accolti da una missione cattolica, sono stati brutalmente uccisi;
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ha ricordato il parroco Luke Jumu, ucciso in Sudan durante un bombardamento;
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ha invocato il dialogo in Myanmar e la fine dei conflitti in Medio Oriente e Ucraina.
Infine, ha annunciato la beatificazione di Floribert Bwana Chui, giovane martire congolese, e ha invitato i giovani al prossimo Giubileo della gioventù, che si terrà tra un mese e mezzo.
Conclusione : lo sport come cammino verso la santità
Il Giubileo dello Sport 2025 ha messo in luce la dimensione teologica, educativa e spirituale dello sport, non come competizione fine a sé stessa, ma come via per scoprire sé stessi, donarsi agli altri e vivere in pienezza la propria umanità. Un richiamo profondo, in un tempo segnato da disumanizzazione, a recuperare nella fatica e nel gioco un riflesso della danza eterna di Dio.
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