Nel suo messaggio per la la Giornata Mondiale dei Poveri del 16 novembre 2025, il Papa invita a riscoprire la povertà come luogo teologico e umano della speranza, richiamando l’urgenza della giustizia sociale e dell’impegno concreto contro le disuguaglianze .
Un messaggio radicato nella speranza e nella fede.
È stato pubblicato venerdì 13 giugno 2025, nella memoria di sant’Antonio di Padova, il messaggio di Papa Leone XIV per la IX Giornata Mondiale dei Poveri, che sarà celebrata domenica 16 novembre 2025. Il tema scelto dal Pontefice è tratto dal Salmo 71: “Sei tu, mio Signore, la mia speranza”.
Il messaggio si apre con un’esegesi profonda del testo biblico: «Queste parole sono sgorgate da un cuore oppresso da gravi difficoltà… Nonostante questo, il suo animo è aperto e fiducioso, perché saldo nella fede». Il Papa ricorda che la speranza cristiana nasce da una fede vissuta nelle prove, alimentata dall’amore di Dio che «è riversato nei cuori dallo Spirito Santo» (cfr Rm 5,5).
I poveri, testimoni credibili di speranza
Uno dei passaggi centrali del messaggio riguarda il ruolo dei poveri come protagonisti della speranza evangelica: «Il povero può diventare testimone di una speranza forte e affidabile, proprio perché professata in una condizione di vita precaria». In un mondo che spesso idolatra il potere e il possesso, i poveri – sostiene il Papa – «non contano sulle sicurezze del potere e dell’avere», ma confidano in Dio come unica ricchezza.
Richiamando il Vangelo, Leone XIV sottolinea: «Accumulate per voi tesori in cielo» (Mt 6,20). È un invito a ridimensionare l’attaccamento ai beni materiali per riscoprire il vero tesoro, cioè Dio stesso e il Suo amore.
Fede, povertà spirituale e responsabilità cristiana
Il Papa cita il suo predecessore Francesco per ribadire che la più grave forma di povertà è non conoscere Dio. Riprendendo Evangelii gaudium, afferma: «La peggior discriminazione di cui soffrono i poveri è la mancanza di attenzione spirituale». Per Papa Leone XIV, la povertà materiale e quella spirituale sono strettamente connesse e la Chiesa ha il dovere di rispondere a entrambe, annunciando la Parola, celebrando i Sacramenti e offrendo cammini di maturazione nella fede.
L’amore autentico, aggiunge il Papa, si manifesta nel servizio concreto al fratello: «Chi non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede» (1Gv 4,20).
La fede come ragione della speranza cristiana, ancora e fondamento
Il Pontefice approfondisce il simbolo dell’àncora come immagine della speranza cristiana: «La speranza cristiana è come un’àncora, che fissa il nostro cuore sulla promessa del Signore Gesù». È una speranza fondata sulla fede, sulla promessa della salvezza, e sull’attesa di una realtà piena: «I nuovi cieli e la terra nuova» (2Pt 3,13).
In questa prospettiva escatologica, la speranza non è evasione dal mondo ma impegno a trasformare la realtà. La «città di Dio» richiama a un rinnovamento delle «città degli uomini», attraverso scelte ispirate a carità, giustizia e solidarietà.
Carità e giustizia : fondamenti della speranza sociale
Il Papa affronta poi le cause strutturali della povertà, sottolineando che esse vanno affrontate con decisione. Cita il Catechismo: «La carità rappresenta il più grande comandamento sociale» (n. 1889), ma ricorda anche che aiutare il povero è prima di tutto questione di giustizia.
Papa Leone XIV elenca numerosi segni di speranza concreti: mense, case-famiglia, centri di accoglienza, scuole popolari. Questi, afferma, sono «segni spesso nascosti, ai quali forse non badiamo, eppure così importanti per scrollarsi di dosso l’indifferenza».
Uno dei passaggi più forti del messaggio riguarda la centralità pastorale dei poveri: «Non sono un diversivo per la Chiesa, bensì i fratelli e le sorelle più amati». La povertà, per il Papa, è una chiave ermeneutica del Vangelo, una lente attraverso cui riscoprire il senso autentico della fede cristiana. I poveri sono soggetti creativi, capaci di rinnovare la testimonianza della Chiesa nel tempo presente.
Un messaggio giubilare per il futuro
In conclusione, Papa Leone XIV lega il messaggio alla celebrazione dell’Anno Giubilare: «Quando la Porta Santa sarà chiusa, dovremo custodire e trasmettere i doni divini». Auspica politiche pubbliche in favore di lavoro, casa, istruzione e salute, come basi concrete per contrastare le povertà vecchie e nuove.
Citando sant’Agostino, afferma con forza: «Aiutare il povero è questione di giustizia». E aggiunge: «La nostra responsabilità sociale trae fondamento dal gesto creatore di Dio, che dà a tutti i beni della terra».
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