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Diritti e inclusione

Decreto Sicurezza 2025 : nuovi reati, aggravanti e misure per l’ordine pubblico

Decreto Sicurezza 2025 Polizia

Il Decreto Sicurezza 2025 introduce significative modifiche al codice penale, con l’obiettivo di rafforzare la sicurezza pubblica, la tutela delle forze dell’ordine e la rapidità di intervento nelle situazioni a rischio

Approvato definitivamente dal Parlamento ieri, mercoledì 4 giugno 2025, con 166 voti favorevoli, 111 contrari e 2 astenuti, il provvedimento è ora legge dello Stato. Il testo ha attraversato un iter parlamentare rapido e ha ricevuto il via libera dopo un acceso dibattito in Aula, soprattutto sulle misure relative all’ordine pubblico e ai nuovi reati introdotti.

Nuovi reati introdotti

Il Decreto Sicurezza 2025 ha introdotto ben 14 nuovi reati nel codice penale italiano, con l’obiettivo dichiarato di contrastare in modo più efficace situazioni legate a violenze urbane, occupazioni illegali, minacce all’ordine pubblico e comportamenti ritenuti pericolosi o destabilizzanti.

Tra i nuovi reati più significativi si evidenziano:

  • Occupazione arbitraria di immobile destinato a domicilio altrui, con pene che vanno da 2 a 7 anni e una procedura d’urgenza per lo sgombero;
  • Blocco stradale e ferroviario organizzato, con pene fino a 6 anni in caso di più persone riunite;
  • Detenzione di materiale con finalità di terrorismo, reato punibile con la reclusione da 2 a 6 anni;
  • Rivolta all’interno di carceri o centri per migranti, con pene fino a 10 anni per i promotori;
  • Resistenza passiva, ora formalmente qualificata come reato anche in assenza di violenza fisica;
  • Impiego di minori nell’accattonaggio, con pene da 1 a 5 anni, aggravate in caso di minaccia o violenza.

Queste nuove fattispecie penali si inseriscono in un contesto più ampio di repressione di comportamenti considerati antisociali, soprattutto in aree urbane, manifestazioni pubbliche e situazioni di emergenza.

Aggravanti e inasprimento delle pene

Il decreto prevede anche l’introduzione di 9 nuove aggravanti applicabili a reati già esistenti, tra cui:

  • Commettere reati contro la persona o il patrimonio nei pressi di stazioni ferroviarie o metropolitane;
  • Minaccia o violenza contro pubblici ufficiali allo scopo di ostacolare opere pubbliche o infrastrutture strategiche;
  • Danneggiamenti a beni pubblici o monumenti con l’intento di ledere il decoro delle istituzioni;
  • Utilizzo di strumenti informatici per molestare, minacciare o diffondere contenuti illeciti, soprattutto in contesti politici o istituzionali.

Le aggravanti comportano aumenti significativi delle pene, che possono arrivare anche al raddoppio in caso di concorso tra più circostanze. In alcuni casi è prevista la non sospensione condizionale della pena.

Sicurezza urbana e strumenti per le forze dell’ordine

Il decreto introduce una serie di misure per rafforzare le capacità operative delle forze dell’ordine e migliorare la sicurezza urbana. Tra queste:

  • Introduzione obbligatoria di bodycam e sistemi di videosorveglianza per tutti i corpi di polizia durante le operazioni di ordine pubblico;
  • Rimborso delle spese legali fino a 10.000 euro per fase processuale per gli agenti indagati per fatti legati al servizio;
  • Possibilità di portare armi anche fuori servizio per gli agenti autorizzati;
  • Rafforzamento delle unità di pronto intervento in caso di sommosse, blocchi o occupazioni.

Le nuove norme mirano a garantire maggiore protezione agli operatori e a scoraggiare le azioni violente o illegali contro le forze di sicurezza.

Altre disposizioni previste dal decreto

Tra le misure più controverse figurano:

  • Il divieto di produzione e commercializzazione delle infiorescenze di cannabis light, che vengono ora equiparate agli stupefacenti ad alto contenuto di THC;
  • Nuove regole per la detenzione femminile, con l’eliminazione dell’obbligo automatico di rinvio pena per le madri di figli sotto un anno e la previsione di strutture a custodia attenuata;
  • Maggiore controllo sull’acquisto di SIM telefoniche da parte di stranieri, con l’obbligo di presentare un documento d’identità valido;
  • Misure contro l’illegalità nelle occupazioni scolastiche e universitarie, considerate penalmente rilevanti se prolungate o dannose per il funzionamento delle strutture.

Il provvedimento tocca anche il tema della cyber-sicurezza, prevedendo pene più severe per accessi abusivi, frodi informatiche e diffusione di contenuti violenti o discriminatori online.

Conclusione

Il Decreto Sicurezza 2025 rappresenta uno degli interventi legislativi più ampi degli ultimi anni in materia di ordine pubblico e sicurezza.

Se da un lato introduce misure pensate per aumentare l’efficienza dello Stato contro violenze urbane, disordini e minacce terroristiche, dall’altro ha suscitato critiche da parte di esponenti del mondo giuridico e di alcune organizzazioni civili, che temono un possibile irrigidimento repressivo e limitazioni alle libertà individuali, soprattutto nei contesti di protesta e dissenso.

Resta ora da valutarne l’impatto concreto e l’efficacia nella pratica, in un contesto nazionale ed europeo che richiede un equilibrio sempre più complesso tra sicurezza e diritti civili.

Immagine : cortesia Senato della Repubblica, licenza Creative Commons CC-BY.

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