Nell’Omelia in Piazza San Pietro, Papa Leone XIV invita a riscoprire l’unità, la gratitudine e la fede trasmessa tra generazioni, come fondamento del futuro .
Domenica 1° giugno 2025, in Piazza San Pietro, Papa Leone XIV ha celebrato il Giubileo delle Famiglie, dei Nonni e degli Anziani con un’omelia centrata sull’unità dell’amore divino e umano, fondata sul Vangelo di Giovanni: «Il Verbo di Dio, fatto uomo, ormai vicino alla fine della sua vita terrena, pensa a noi, ai suoi fratelli, facendosi benedizione, supplica e lode al Padre, con la forza dello Spirito Santo».
Il Santo Padre ha posto al centro della riflessione la preghiera di Gesù nell’Ultima Cena: «Cristo domanda infatti che tutti siamo “una sola cosa” (Gv 17,21). Si tratta del bene più grande che possa essere desiderato». Ma non si tratta di un’unione indistinta, bensì di una comunione fondata sull’amore, come «tu, Padre, sei in me e io in te».
Dio ci ama come ama sé stesso
In un passaggio profondamente toccante, Papa Leone XIV ha proclamato: «Gesù ci sta rivelando che Dio ci ama come ama sé stesso. Il Padre non ama noi meno di quanto ami il suo Figlio Unigenito, cioè infinitamente». Ha aggiunto che tale amore precede ogni scelta umana: «Tutti gli uomini sono figli, ma nessuno di noi ha scelto di nascere» (citando Papa Francesco, Angelus, 1° gennaio 2025).
Famiglia, scuola di umanità e di cura
Il Papa ha poi ricordato che fin dalla nascita siamo salvati da una relazione: «È qualcun altro che ci ha salvato, prendendosi cura di noi, del nostro corpo come del nostro spirito». La famiglia è quindi il luogo originario dove si apprende l’amore gratuito, la solidarietà e la responsabilità.
Contro la logica di morte che giustifica l’offesa in nome di una falsa libertà, Leone XIV ha affermato: «Gesù continua a pregare il Padre per noi, e la sua preghiera agisce come un balsamo sulle nostre ferite».
Esempi di santità coniugale
Il Santo Padre ha ricordato con commozione le figure di coniugi proclamati Beati e Santi: Louis e Zélie Martin, Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi, e la famiglia polacca Ulma. «Si tratta di un segno che fa pensare», ha detto il Papa. «Il mondo di oggi ha bisogno dell’alleanza coniugale per conoscere e accogliere l’amore di Dio».
Il matrimonio : non un ideale, ma un canone di amore
«Il matrimonio non è un ideale, ma il canone del vero amore tra l’uomo e la donna», ha spiegato Papa Leone XIV citando Humanae Vitae di Paolo VI. Ha poi invitato gli sposi a essere «esempi di coerenza» per i propri figli, e questi ultimi a ringraziare i genitori per il dono della vita: «Dire “grazie” è il primo modo di onorare il padre e la madre (Es 20,12)».
Nonni e anziani : sentinelle dell’amore
Un’attenzione speciale è stata rivolta ai nonni e agli anziani: «Raccomando di vegliare su coloro che amate, con saggezza e compassione, con l’umiltà e la pazienza che gli anni insegnano». In famiglia, ha ricordato il Pontefice, la fede «si trasmette insieme alla vita, di generazione in generazione».
La famiglia, culla della fede e del futuro
L’omelia di Papa Leone XIV ha rinnovato la consapevolezza che la famiglia non è solo una realtà sociale, ma una vocazione spirituale. Nella sua dimensione concreta – fatta di gesti quotidiani, relazioni imperfette ma profonde, generazioni che si ascoltano e si accompagnano – la famiglia è il luogo dove la fede si incarna e si trasmette. «In famiglia, la fede si trasmette insieme alla vita», ha detto il Pontefice, «di generazione in generazione: viene condivisa come il cibo della tavola e gli affetti del cuore». Una dichiarazione che affonda le radici nella tradizione viva della Chiesa e che risuona con particolare forza in un tempo che cerca nuovi riferimenti morali e comunitari.
Tutti uno nell’amore eterno di Dio
A conclusione dell’omelia, il Papa ha offerto una visione escatologica, carica di speranza: «Un giorno saremo tutti uno unum: una cosa sola nell’unico Salvatore, abbracciati dall’amore eterno di Dio». E ha aggiunto: «Non solo noi, ma anche i papà e le mamme, le nonne e i nonni, i fratelli, le sorelle e i figli che già ci hanno preceduto nella luce della sua Pasqua eterna, e che sentiamo presenti qui, insieme a noi, in questo momento di festa».