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Memoria e missione : il primo discorso di Papa Leone XIV alla Curia e alla Santa Sede

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Papa Leone XIV alla Curia Romana : Siate custodi della memoria e missionari di unità.

Discorso ai dipendenti della Santa Sede, del Governatorato e del Vicariato di Roma – 24 maggio 2025.

Papa Leone XIV ha incontrato oggi, sabato 24 maggio 2025, nell’Aula Paolo VI, gli officiali della Curia Romana, i dipendenti del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano e del Vicariato di Roma, per un primo saluto ufficiale. Un discorso denso di riconoscenza, orientamento e spirito missionario, in cui il Pontefice ha delineato le coordinate essenziali del suo servizio, ponendo l’accento su due cardini: memoria e missione.

Il Papa ha aperto il suo intervento con una nota di umorismo e calore: “Grazie! Quando gli applausi durano più del discorso, dovrò fare un discorso più lungo! Allora… state attenti! Grazie!”, ha esordito tra i sorrisi dei presenti.

Rivolgendosi ai dipendenti e alle autorità della Curia e del Vaticano, Leone XIV ha ricordato il suo recente arrivo a Roma: “Io sono arrivato solo due anni fa, quando l’amato Papa Francesco mi ha nominato Prefetto del Dicastero per i Vescovi. Allora ho lasciato la Diocesi di Chiclayo, in Perù, e sono venuto a lavorare qui. Che cambiamento! E adesso poi… Cosa posso dire? Solo quello che Simon Pietro disse a Gesù sul lago di Tiberiade: ‘Signore, tu sai tutto, tu sai che ti voglio bene’” (Gv 21,17).

La Curia come memoria viva della Chiesa

Uno dei punti centrali del discorso è stato il richiamo alla memoria ecclesiale:
“I Papi passano, la Curia rimane”, ha affermato, spiegando come la Curia sia l’istituzione che custodisce e trasmette la memoria storica del ministero petrino.
“La memoria è un elemento essenziale in un organismo vivente. Non è solo rivolta al passato, ma nutre il presente e orienta al futuro. Senza memoria il cammino si smarrisce, perde il senso del percorso”, ha detto.

Il Papa ha voluto valorizzare il lavoro quotidiano degli officiali come contributo concreto alla continuità del ministero del Vescovo di Roma: “Lavorare nella Curia Romana significa contribuire a tenere viva la memoria della Sede Apostolica”, ha sottolineato.

Una Chiesa missionaria, per servire nella carità e nella verità

All’importanza della memoria si è affiancato il tema della missione, al cuore della riforma curiale avviata da Papa Francesco con Praedicate Evangelium:
“Su questo ha insistito molto Papa Francesco, che ha riformato la Curia Romana nella prospettiva dell’evangelizzazione”, ha ricordato Leone XIV.

Richiamando la sua stessa esperienza di missionario in Perù, il Pontefice ha ribadito la dimensione missionaria del suo servizio: “La chiamata a servire la Chiesa qui nella Curia Romana è stata una nuova missione, che ho condiviso con voi in questi ultimi due anni. E ancora la continuo e la continuerò, finché Dio vorrà”.

Ha poi ribadito le parole già pronunciate il giorno della sua elezione: “Dobbiamo cercare insieme come essere una Chiesa missionaria, una Chiesa che costruisce i ponti, il dialogo, sempre aperta ad accogliere […] con le braccia aperte a tutti”.

Testimonianza quotidiana e spiritualità del lavoro

Papa Leone XIV ha invitato tutti i presenti a testimoniare unità e carità nel quotidiano, anche nel contesto lavorativo: “Ciascuno dà il suo contributo svolgendo il proprio lavoro quotidiano con impegno e anche con fede, perché la fede e la preghiera sono come il sale per i cibi, danno sapore”.

Il Santo Padre ha richiamato uno stile evangelico basato su pazienza, umiltà, empatia e senso dell’umorismo: “Ognuno – ha affermato – può essere costruttore di unità […] mettendosi nei panni degli altri, evitando i pregiudizi, e anche con una buona dose di umorismo, come ci ha insegnato Papa Francesco”.

Conclusione

Il discorso di Papa Leone XIV si è concluso con un forte accento spirituale.“Siamo nel mese di maggio: invochiamo insieme la Vergine Maria, perché benedica la Curia Romana e la Città del Vaticano, e anche le vostre famiglie, specialmente i bambini, gli anziani e le persone malate e sofferenti”, ha detto prima di guidare i presenti nella recita dell’Ave Maria e impartire la benedizione.

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