Uno studio su Scientific Reports mostra che Ronan, un leone marino californiano, riesce a sincronizzarsi con il ritmo meglio di alcuni giovani adulti. Un risultato sorprendente che sfida le nostre idee sull’unicità umana.
Un leone marino capace di tenere il tempo a ritmo di musica, meglio di alcuni esseri umani. Non è uno sketch da documentario divertente, ma il risultato reale di uno studio scientifico pubblicato su Scientific Reports, che apre interessanti prospettive sul comportamento animale e sull’evoluzione della percezione ritmica.
Lo studio è stato condotto da un team di ricerca guidato da Peter Cook e ha visto come protagonista Ronan, un leone marino californiano (Zalophus californianus) di 15 anni, già noto agli studiosi per la sua sorprendente capacità di muoversi a tempo con segnali ritmici.
Un’abilità non solo umana ?
Fino a tempi recenti, si pensava che la capacità di sincronizzarsi con un ritmo fosse una prerogativa tipicamente umana, legata a funzioni cerebrali superiori come il linguaggio e l’astrazione simbolica. Alcuni uccelli, come i pappagalli e i cacatua, hanno mostrato di saper tenere il tempo, ma tra i mammiferi questa abilità è raramente documentata.
Il caso di Ronan è quindi eccezionale: l’animale, cresciuto in un centro californiano e addestrato sin dai tre anni a riconoscere e seguire il battito di un metronomo, ha mantenuto questa capacità anche in età adulta. Una competenza che, come dimostrano i dati dello studio, può superare quella di alcuni esseri umani non addestrati.
Il test del ritmo: Ronan contro gli universitari
Nel test pubblicato su Scientific Reports, Ronan è stata invitata a muovere la testa in sincronia con il battito di un rullante, impostato a tre diversi tempi: 112, 120 e 128 battiti per minuto (bpm). Gli stessi suoni sono stati presentati a dieci studenti universitari, di età compresa tra i 18 e i 23 anni, ai quali è stato chiesto di “tagliare” l’aria con la mano in tempo con il ritmo.
Attraverso un software di tracciamento video, i ricercatori hanno monitorato la precisione della sincronizzazione, confrontando le prestazioni del leone marino con quelle dei soggetti umani.
Risultati sorprendenti
I dati raccolti hanno mostrato che Ronan non solo manteneva meglio il tempo, ma lo faceva con maggiore regolaritàrispetto alla media dei partecipanti umani. In particolare, alla velocità di 128 bpm, Ronan ha mantenuto un ritmo medio di 129 bpm con una variazione di ± 2.94. Gli studenti, invece, hanno mantenuto una media di 116.2 bpm con una variazione molto più ampia (± 7.34).
Per il suo successo, Ronan ha ricevuto una ricompensa molto apprezzata: un giocattolo ripieno di pesce e ghiaccio, un modo giocoso per rinforzare il comportamento appreso.
Cosa ci dice questo studio?
Lo studio, dal titolo Sensorimotor synchronization to rhythm in an experienced sea lion rivals that of humans, è uno dei primi a confrontare direttamente le capacità ritmiche di un animale con quelle umane. I risultati suggeriscono che la sincronizzazione sensomotoria — ovvero la capacità di percepire un ritmo e di muoversi in accordo con esso — potrebbe non essere un’esclusiva umana o legata solo alla comunicazione vocale complessa.
Tuttavia, gli stessi autori dello studio sottolineano i limiti della ricerca: si tratta di un esperimento su un solo animale addestrato e un piccolo gruppo di soggetti umani. Per confermare queste osservazioni, saranno necessari studi più ampi e con un numero maggiore di partecipanti, sia umani sia animali.
Implicazioni per la zoologia e le neuroscienze
Questa scoperta apre interessanti piste di ricerca sull’evoluzione della musicalità e della percezione del ritmo negli animali. Se la capacità di tenere il tempo non è esclusiva dell’uomo, potrebbe significare che l’attitudine al ritmo è più diffusa e antica di quanto pensassimo.
Potrebbe anche avere ricadute sulle modalità di arricchimento ambientale e allenamento degli animali in cattività, suggerendo che il ritmo e la musica possano avere un ruolo positivo nel benessere animale.
Conclusione
Il leone marino Ronan ci ricorda che la natura è piena di sorprese e che alcune capacità che riteniamo uniche dell’essere umano possono trovarsi, sotto forme diverse, anche in altri esseri viventi. Questo studio, oltre a divertire e incuriosire, ci invita a riflettere sulla complessità del comportamento animale e sull’importanza di un approccio scientifico aperto e comparativo.
Fonte articolo Scientific Reports : Sensorimotor synchronization to rhythm in an experienced sea lion rivals that of humans.
Immagine: Gli autori dello studio Andrew Rouse, Peter Cook e Carson Hood con il leone marino californiano Ronan. Credit: Colleen Reichmuth. NMFS 23554.