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Cardinale Gambetti: Chi tocca l’uomo, tocca Dio, Omelia per il IV giorno dei Novendiali per Papa Francesco

sacerdote Messa predica novendiali Papa Francesco

Nella Basilica di San Pietro, il porporato invita a riconoscere il volto di Cristo nei più piccoli, ricordando Papa Francesco e il cuore dell’annuncio cristiano

Martedì 29 aprile 2025, nella solenne cornice della Basilica di San Pietro, si è tenuta la Santa Messa per il IV giorno dei Novendiali in suffragio di Papa Francesco. A presiedere l’Eucaristia è stato il Cardinale Mauro Gambetti, Vicario Generale di Sua Santità per la Città del Vaticano e Arciprete della Basilica Papale.

L’omelia, densa di contenuti teologici, spirituali e umani, si è sviluppata a partire dal Vangelo del giudizio universale, offrendo una riflessione attuale e profonda sulla vocazione alla compassione e alla prossimità.

“Una scena grandiosa dal carattere universalistico”

Il Cardinale ha esordito commentando la nota parabola del giudizio finale:

“Una scena grandiosa dal carattere universalistico: tutti i popoli, che vivono insieme nell’unico campo che è il mondo, sono radunati davanti al Figlio dell’Uomo, seduto sul trono della sua gloria per giudicare.”

Al centro, il discrimine tra chi partecipa alla gioia di Dio e chi sperimenta “la tremenda sofferenza della vera solitudine”.

Pecore e capri : due stili di vita

Gambetti ha poi offerto una riflessione originale sul significato dei termini utilizzati nel testo evangelico, sottolineando una sfumatura linguistica spesso trascurata:

“Il greco, accanto al femminile próbata – gregge, pecore –, utilizza erífia, che indica principalmente i capri, i maschi della specie. Le pecore, che non si ribellano, sono fedeli, miti… i capri, che vogliono l’indipendenza, sfidano con le corna il pastore…”

Una differenza simbolica che porta a chiedersi:

“A livello personale e istituzionale quale dei due stili incarniamo?”

Non basta la professione di fede

Il cuore della parabola, ha spiegato il Cardinale, non sta nella conoscenza esplicita di Cristo, ma nella compassione attiva:

“La risposta di Gesù lascia intendere che non è la professione di fede, la conoscenza teologica o la prassi sacramentale a garantire la partecipazione alla gioia di Dio, ma il coinvolgimento qualitativo e quantitativo nella vicenda umana dei fratelli più piccoli.”

In questo senso, la regalità di Cristo si manifesta non nel potere, ma nella solidarietà radicale:

“Il Verbo si fece carne, cioè ‘Dio ha voluto farsi solidale con l’umanità a tal punto che chi tocca l’uomo tocca Dio, chi onora l’uomo onora Dio, chi disprezza l’uomo disprezza Dio’ (Elia Citterio).”

Il commiato poetico di Edith Bruck a Papa Francesco

A questa visione si lega anche l’omaggio alla memoria di Papa Francesco. Gambetti ha citato con emozione i versi di Edith Bruck pubblicati su L’Osservatore Romano il 23 aprile:

“Abbiamo perso un Uomo che vive in me.
Un uomo che amava, si commuoveva, piangeva, invocava la pace, rideva, baciava, abbracciava…”

Parole che incarnano la “cristiana umanità” che ha reso la Chiesa, come diceva Francesco, “casa di tutti”.

Una Chiesa aperta, una fede incarnata

Riprendendo le parole del Pontefice nel colloquio con i Gesuiti a Lisbona nel 2023 – “Tutti tutti tutti sono chiamati a vivere nella Chiesa” – Gambetti ha ribadito che l’autenticità cristiana non esclude nessuno:

“In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenza di persone, ma accoglie chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque nazione appartenga” (At 10).

Questo annuncio inclusivo – ha spiegato – “addita la via dell’evangelizzazione: l’apertura all’umano senza riserve, l’interessamento gratuito agli altri”, citando anche San Francesco e Santa Caterina da Siena, la cui festa ricorre proprio il 29 aprile.

Discepolato, annuncio e umanità divina

Nel cuore dell’omelia, il messaggio è chiaro: evangelizzare è prima di tutto incarnarsi nell’altro, ascoltare, condividere, accogliere, e solo poi annunciare esplicitamente il Vangelo.
Così si dispiega il vero significato della fede:

“Quando vedranno che piace a Dio – direbbe San Francesco –, l’annuncio del Vangelo, ovvero il rivelarsi dell’umanità divina di Gesù nella storia.”

Un’umanità che salva, che consola, che accoglie.

Maria, segno del discepolato autentico

La conclusione è affidata all’invocazione a Maria, “l’umile ancella del Signore”, guida per ogni cristiano e per la Chiesa tutta:

“Ci additi la via dell’autentico discepolato e dell’annuncio.”

Immagine: elaborazione artistica con Intelligenza Artificiale.

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