Giornale Online Direttore Paolo Centofanti

Canale Fede e Ragione

Giorgia Meloni : Ricordare Sergio Ramelli è difendere la libertà di esprimere le proprie opinioni

presidente Giorgia Meloni

Nel cinquantesimo anniversario della morte di Sergio Ramelli, la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ricorda il suo sacrificio come monito per la tutela della libertà di pensiero e della democrazia.

Il 29 aprile 2025 si sono commemorati i cinquant’anni dalla morte di Sergio Ramelli, giovane studente milanese aggredito brutalmente per le sue idee politiche, durante una delle fasi più oscure della storia recente italiana.
Per l’occasione, i Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha diffuso un videomessaggio sul proprio account ufficiale X per rendere omaggio alla sua memoria e ribadire l’importanza dei valori di libertà, rispetto e responsabilità.

Sergio Ramelli : una vita spezzata dall’odio politico.

Sergio Ramelli, diciottenne iscritto al Fronte della Gioventù, venne colpito selvaggiamente a Milano il 13 marzo 1975 da un gruppo di militanti dell’estrema sinistra, a causa di un suo tema scolastico in cui aveva condannato la violenza delle Brigate Rosse. Dopo settimane di agonia, morì il 29 aprile 1975. Il suo sacrificio è diventato simbolo della violenza ideologica che ha segnato gli “anni di piombo” e della necessità di preservare sempre la libertà di espressione.

Giorgia Meloni : Difendere sempre la libertà di opinione.

Nel suo videomessaggio, Giorgia Meloni ha sottolineato la gravità di quanto accaduto: «Sergio era un ragazzo ucciso barbaramente per le sue idee.» Con parole intense, il Presidente ha ribadito come il suo sacrificio sia un monito a non abbassare mai la guardia nei confronti dell’intolleranza e dell’odio: «Ricordare Sergio Ramelli è difendere la libertà di esprimere le proprie opinioni, ovunque e sempre.» Un impegno che non deve appartenere solo a una parte politica, ma diventare patrimonio condiviso da tutta la comunità nazionale.

Una memoria che unisce, non che divide.

Giorgia Meloni ha invitato a vivere il ricordo di Sergio Ramelli come un atto di unità nazionale: «La memoria di Sergio non deve essere una memoria di parte, ma una memoria di tutta la nazione.»

Superare le contrapposizioni ideologiche e riconoscere che ogni vita umana ha un valore inviolabile è fondamentale per consolidare una democrazia matura e inclusiva. Il rispetto della libertà di opinione e di pensiero deve essere un principio fondativo di una società civile, capace di confrontarsi senza ricorrere alla violenza.

Imparare dal passato per costruire il futuro.

Il Presidente Meloni ha ribadito che la memoria non può essere un esercizio sterile, ma deve tradursi in azione concreta: «Ricordare significa impegnarsi a costruire un’Italia nella quale l’odio politico non abbia più cittadinanza.»

Un impegno che chiama ciascuno a vigilare, a educare le nuove generazioni ai valori della convivenza pacifica e del dialogo, affinché tragedie come quella di Sergio Ramelli non si ripetano mai più.

Sergio Ramelli e il valore della testimonianza.

Il ricordo di Sergio Ramelli invita anche a riflettere sul significato della testimonianza personale nella società contemporanea. In un’epoca in cui l’intolleranza si manifesta in nuove forme, spesso meno evidenti ma non meno pericolose, la sua vicenda richiama l’importanza del coraggio civile e della coerenza tra i propri ideali e il proprio agire.

Il sacrificio di Sergio non è solo memoria di un passato doloroso, ma anche stimolo a vivere con responsabilità la libertà conquistata, a favore di un’Italia che sappia essere davvero libera, giusta e solidale.

Conclusione.

A cinquant’anni dalla sua tragica scomparsa, Sergio Ramelli continua a parlare alla coscienza civile del Paese. Come ha ricordato Giorgia Meloni, la sua memoria ci chiama alla responsabilità, alla difesa del diritto di ognuno di pensare e di esprimersi liberamente, contro ogni forma di odio e di sopraffazione.

Ricordare Sergio Ramelli significa, oggi più che mai, difendere la libertà, la democrazia e la dignità della persona umana.

Comments

comments