Giornale Online Direttore Paolo Centofanti

Arte e cultura

Mario Vargas Llosa : addio a un gigante della letteratura latinoamericana

Mario Vargas Llosa immagine generata artificialmente

Premio Nobel nel 2010, maestro del realismo politico e della narrativa sociale, Vargas Llosa ha segnato la cultura mondiale con opere indimenticabili

Il 13 aprile 2025, a Lima, si è spento all’età di 89 anni Mario Vargas Llosa, uno dei più grandi scrittori del XX e XXI secolo, punto di riferimento del pensiero liberale e della letteratura di impegno civile. Autore prolifico e figura centrale del “boom” latinoamericano, Vargas Llosa ha lasciato un’impronta profonda nella narrativa contemporanea e nella coscienza culturale dell’America Latina e dell’Europa.

Le radici di un narratore universale

Nato ad Arequipa, in Perù, nel 1936, Vargas Llosa visse un’infanzia segnata dall’assenza del padre, che conobbe solo a dieci anni. Questo evento influenzò fortemente la sua visione del mondo e molte delle sue prime opere. Dopo gli studi in letteratura e diritto all’Università di San Marcos a Lima, si trasferì in Europa, vivendo tra Madrid, Parigi e Londra, esperienze che alimentarono la sua sensibilità letteraria e ampliarono l’orizzonte della sua scrittura.

Il “boom” latinoamericano e la fama internazionale

Vargas Llosa fu una delle figure di punta del cosiddetto “boom” latinoamericano, il movimento letterario che, tra anni ’60 e ’70, portò la narrativa sudamericana sulla scena internazionale. Accanto ad autori come Gabriel García Márquez, Julio Cortázar e Carlos Fuentes, Vargas Llosa contribuì a rinnovare la forma del romanzo, intrecciando trame complesse con temi politici, morali e sociali.

Le opere principali

Nel corso della sua lunga carriera, ha pubblicato romanzi che sono diventati classici della letteratura mondiale. Tra i più noti:

  • La città e i cani (1963): una denuncia del militarismo e della violenza sistemica nei collegi militari peruviani.

  • La casa verde (1966): narrazione corale ambientata nella giungla e nelle periferie urbane.

  • Conversazione nella Cattedrale (1969): una riflessione esistenziale e politica sulla corruzione del regime di Manuel Odría.

  • La zia Julia e lo scribacchino (1977): romanzo semi-autobiografico che mescola umorismo e critica dei media.

  • La festa del caprone (2000): cruda ricostruzione del regime dittatoriale di Rafael Trujillo nella Repubblica Dominicana.

Le sue opere affrontano temi ricorrenti come il potere e la sua degenerazione, la libertà individuale, il conflitto tra idealismo e realtà e la complessità delle dinamiche sociali.

L’impegno politico e culturale

Vargas Llosa non fu solo uno scrittore, ma anche un intellettuale e un politico attivo. Nel 1990 si candidò alla presidenza del Perù, proponendo un programma riformista e liberale, ma fu sconfitto da Alberto Fujimori. Nonostante ciò, continuò a essere una delle voci più autorevoli nella difesa della democrazia, dei diritti umani e della libertà di espressione, criticando duramente ogni forma di autoritarismo, sia a destra che a sinistra.

Il suo pensiero, sempre lucido e controcorrente, è rimasto un punto di riferimento nel dibattito pubblico, sia in America Latina che in Europa, dove ha vissuto per lunghi periodi e ha ottenuto anche la cittadinanza spagnola.

Il Nobel e l’eredità culturale

Nel 2010 ha ricevuto il Premio Nobel per la Letteratura, “per la sua cartografia delle strutture del potere e le sue immagini penetranti della resistenza, della rivolta e della sconfitta dell’individuo”. Questo riconoscimento ha sancito definitivamente il suo ruolo di maestro del romanzo moderno.

Altri importanti premi gli sono stati conferiti nel corso della carriera, inclusi il Premio Cervantes, il Príncipe de Asturias, e numerose onorificenze accademiche.

Gli ultimi anni

Negli ultimi anni, pur segnato da problemi di salute, Vargas Llosa ha continuato a scrivere e partecipare al dibattito culturale. L’ultima sua opera narrativa, Le dedico il mio silenzio, pubblicata nel 2023, è stata da lui annunciata come l’addio alla narrativa. Poco dopo, ha concluso anche la sua attività giornalistica, ritirandosi a vita privata.

La sua morte segna la fine di un’epoca e l’uscita di scena di uno degli ultimi giganti della narrativa mondiale.

Un’eredità che resta viva

Mario Vargas Llosa lascia un’eredità che va ben oltre i confini della letteratura. La sua voce ha saputo unire rigore intellettuale e passione narrativa, impegno civile e visione artistica, in una sintesi rara e potente. Le sue opere continueranno a interrogare lettori e studiosi, offrendo strumenti per comprendere meglio la storia, la politica e l’animo umano.

Immagine generata artificialmente per illustrare il contenuto. Non rappresenta una persona reale. Utilizzo redazionale conforme alle normative sui diritti di immagine.

Comments

comments