Il Papa presente in Piazza San Pietro invita a vivere la Settimana Santa con il cuore rivolto agli altri, come il Cireneo del Vangelo.
Roma, 13 aprile 2025 – In una Piazza San Pietro gremita di fedeli, Papa Francesco ha preso ieri parte alla solenne celebrazione della Domenica delle Palme e della Passione del Signore, primo passo della Settimana Santa che conduce alla Pasqua. Sebbene l’omelia sia stata letta dal cardinale Leonardo Sandri, il Pontefice ha presenziato alla liturgia, apparendo in sedia a rotelle ma vigile e attento, a conferma del suo progressivo recupero dopo i recenti problemi di salute.
La celebrazione, carica di spiritualità e memoria liturgica, ha offerto una profonda meditazione sul significato del dolore, della condivisione e della compassione, incarnata nella figura evangelica di Simone di Cirene.
Simone di Cirene, simbolo della compassione silenziosa
L’omelia, firmata dal Santo Padre, si è concentrata su un passaggio del Vangelo di Luca:
«Gli misero addosso la croce, da portare dietro a Gesù» (Lc 23,26).
Simone, uomo comune, coinvolto suo malgrado nella Passione del Signore, è diventato simbolo di una partecipazione silenziosa e concreta al dolore di Cristo.
“Simone di Galilea dice, ma non fa. Simone di Cirene fa, ma non dice”, si legge nel testo del Papa.
“Tra lui e Gesù c’è solo il legno della croce”.
Un gesto di obbligo trasformato in salvezza: la croce portata da Simone diventa l’immagine della partecipazione alla sofferenza redentrice di Cristo, un messaggio che interpella ogni cristiano.
La croce nel cuore, non solo al collo
Con forza evocativa, Papa Francesco esorta i fedeli a vivere la Settimana Santa come occasione per diventare cirenei degli altri, trasformando la fede in gesto concreto di amore e vicinanza verso chi soffre.
“Per sperimentare questo grande miracolo della misericordia, scegliamo lungo la Settimana Santa come portare la croce: non al collo, ma nel cuore”, ha scritto il Pontefice.
Un invito che acquista ulteriore intensità nel contesto attuale, segnato da conflitti internazionali, violenze, ingiustizie e indifferenza, come richiamato anche dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni nella stessa giornata, condannando l’attacco russo contro i civili a Sumy, in Ucraina.
Il Papa presente nonostante la fragilità: un segno di speranza
La presenza di Papa Francesco in Piazza San Pietro, sebbene limitata nei movimenti, è stata accolta con commozione e rispetto dai fedeli, che hanno percepito in lui il simbolo vivente di un pastore che porta la croce anche nella prova fisica.
Dopo il recente ricovero al Policlinico Gemelli, il Santo Padre continua a partecipare agli eventi pubblici in forma ridotta, mantenendo però una forte centralità pastorale, attraverso messaggi, omelie scritte e interventi video, come accaduto nei giorni precedenti per il Congresso UNIV e il pellegrinaggio carismatico.
La sua capacità di testimoniare la fede anche nella debolezza si rivela un potente messaggio per milioni di persone nel mondo che vivono esperienze di malattia, solitudine e dolore.
Il significato profondo della Domenica delle Palme
Con la processione iniziale e la proclamazione della Passione secondo Luca, la liturgia della Domenica delle Palme segna l’ingresso trionfale ma anche drammatico di Gesù a Gerusalemme:
“La folla acclama Gesù, ma pochi giorni dopo lo condanna. La croce che porta il Cireneo è quella di Cristo, ma anche quella del mondo”, si legge nell’omelia.
L’invito finale del Pontefice è chiaro e toccante:
“Diventiamo cirenei gli uni per gli altri. Magari per quella persona sconosciuta che il caso – ma è proprio un caso? – ci ha fatto incontrare.”
Il mistero della croce come via di speranza
La celebrazione della Domenica delle Palme, con il suo forte valore simbolico e liturgico, ci invita a guardare con occhi nuovi alla croce come luogo di incontro, non solo di dolore. Nella figura di Simone di Cirene, costretto ma trasformato, emerge il senso profondo della fede cristiana: non fuggire la sofferenza altrui, ma lasciarsi coinvolgere, farsi carico, restare accanto. È una chiamata alla solidarietà silenziosa, all’empatia concreta, alla misericordia quotidiana che si manifesta non in grandi gesti eroici, ma in piccole scelte di vicinanza, ascolto e condivisione. In un mondo segnato da guerre, divisioni e solitudini, il messaggio del Papa risuona come un invito urgente: diventare cirenei gli uni per gli altri, per trasformare ogni croce condivisa in cammino di redenzione.