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Conferenza interreligiosa in India su spiritualità e scienze naturali

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A New Delhi leader religiosi e scienziati di diverse tradizioni si sono confrontati sul rapporto tra fede, ragione e sostenibilità, promuovendo un impegno comune per la cura del creato.

A New Delhi dal 7 all’8 marzo 2025, si è svolta un’importante conferenza interreligiosa internazionale, dedicata al tema “Spiritualità e scienze naturali”. L’evento ha visto la partecipazione di studiosi, scienziati e leader religiosi provenienti da diverse tradizioni, tra cui induismo, cristianesimo, islam e buddhismo, con l’obiettivo di approfondire il dialogo tra fede, ragione e sostenibilità.

Organizzata con il sostegno del Consiglio Indiano per la Ricerca Filosofica e del Ministero della Cultura, la conferenza ha rappresentato un momento di confronto tra culture e religioni, con il coinvolgimento di università e centri di ricerca internazionali.

Il monaco buddhista Tenzin Dorje ha sottolineato come la scienza possa essere uno strumento prezioso per comprendere l’armonia della natura, mentre la spiritualità ha il compito di orientare tale conoscenza verso il bene comune. Il professor Ravi Sharma, rappresentante della comunità induista, ha ricordato la visione ecologica dei testi vedici, che invitano a rispettare la natura come espressione del divino.

Il teologo cristiano padre Michael D’Souza ha evidenziato la necessità di un dialogo autentico tra fede e scienza per affrontare le sfide globali come il cambiamento climatico, e il dottor Ahmed Khan, studioso musulmano, ha parlato del concetto di Khalifa, che indica la responsabilità dell’uomo come custode della Terra.

Scienza e spiritualità alleate per la sostenibilità

La conferenza ha messo in luce come scienza e fede non siano antagoniste, ma complementari nella ricerca di risposte alle emergenze ambientali. I partecipanti hanno sottolineato l’urgenza di un impegno congiunto per promuovere una cultura della sostenibilità che parta dall’educazione, coinvolga le comunità religiose e si traduca in azioni concrete a tutela del creato.

La dichiarazione finale, firmata da tutti i rappresentanti presenti, si articola in cinque punti chiave:

  1. Riconoscimento della responsabilità collettiva per la protezione dell’ambiente

  2. Promozione dell’educazione alla sostenibilità in ambito religioso e accademico

  3. Collaborazione tra istituzioni scientifiche e religiose per progetti comuni

  4. Sostegno a politiche pubbliche ispirate al rispetto del creato

  5. Organizzazione di incontri periodici per monitorare i progressi

Nel corso dell’evento è emersa anche l’importanza di creare reti internazionali tra istituzioni accademiche, organizzazioni religiose e centri di ricerca per sviluppare progetti concreti a favore della tutela ambientale. I relatori hanno evidenziato come la collaborazione tra saperi scientifici e principi spirituali possa contribuire a ispirare politiche globali più inclusive, capaci di affrontare in modo responsabile le sfide ecologiche, economiche e sociali del nostro tempo.

Un modello per il futuro

L’evento di New Delhi si configura come un esempio concreto di dialogo tra religioni e scienza, capace di generare riflessioni profonde e di indicare nuove strade per uno sviluppo integrale e rispettoso dell’ambiente.

Questa conferenza dimostra quanto sia necessario unire pensiero razionale, valori spirituali e responsabilità etica per affrontare le sfide globali e costruire un futuro più giusto e sostenibile per tutti.

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