L’aumento delle temperature globali minaccia la sopravvivenza degli anfibi, 7,5% delle specie a rischio estinzione se la temperatura media terrestre salirà di 4 gradi.
Proteggere gli habitat naturali è essenziale per la loro conservazione.
Gli anfibi sono il gruppo di vertebrati più minacciato al mondo, ma la loro capacità di resistere all’aumento delle temperature rimane ancora poco compresa. Il riscaldamento globale sta infatti imponendo nuove sfide alla loro sopravvivenza, con effetti potenzialmente devastanti sulle popolazioni di molte specie. Uno studio recente ha analizzato la tolleranza al calore di migliaia di specie di anfibi, rivelando un quadro preoccupante: con un aumento di 4°C della temperatura globale, il 7,5% delle specie potrebbe oltrepassare i propri limiti fisiologici, rischiando l’estinzione.
Perché gli anfibi sono così vulnerabili al cambiamento climatico ?
Gli anfibi sono ectotermi, ovvero dipendono dalla temperatura ambientale per regolare la loro temperatura corporea. Questo li rende particolarmente sensibili ai cambiamenti climatici, poiché il riscaldamento globale influisce direttamente sui loro processi fisiologici. L’incremento delle temperature estreme, infatti, può portare a condizioni di surriscaldamento che superano la loro capacità di adattamento, compromettendo la sopravvivenza di intere popolazioni.
Secondo l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), oltre il 40% delle specie di anfibi è attualmente classificato come minacciato. Il cambiamento climatico, unito alla distruzione degli habitat e all’inquinamento, sta aumentando ulteriormente il rischio di estinzione per molte di queste specie.
Uno studio innovativo sulla tolleranza al calore degli anfibi
Per comprendere meglio la vulnerabilità degli anfibi al riscaldamento globale, un team di ricercatori ha utilizzato un metodo innovativo di imputazione dei dati basato sulla filogenesi, stimando la tolleranza al calore di circa il 60% delle specie di anfibi conosciute. Questo approccio ha permesso di colmare le lacune presenti nei dati esistenti, spesso limitati a specifiche regioni geografiche o gruppi tassonomici.
Lo studio ha analizzato il rischio di surriscaldamento in ambienti terrestri ombreggiati, dove gli anfibi trovano rifugio dal calore eccessivo. I risultati mostrano che:
- Attualmente, il 2% delle specie (104 su 5.203) è già esposto a eventi di surriscaldamento anche in condizioni di ombreggiamento.
- Un aumento di 4°C della temperatura globale porterebbe il 7,5% delle specie oltre i propri limiti fisiologici, determinando un incremento drastico della loro vulnerabilità.
- Gli anfibi tropicali dell’emisfero sud sono particolarmente a rischio, mentre nell’emisfero nord il pericolo maggiore riguarda le specie non tropicali.
Questi risultati mettono in discussione l’idea che il rischio di surriscaldamento segua un semplice gradiente latitudinale, evidenziando invece la necessità di considerare la variabilità climatica locale nelle valutazioni di vulnerabilità.
Il ruolo critico degli habitat nel mitigare gli effetti del caldo estremo
Uno degli aspetti chiave emersi dallo studio è l’importanza dei microhabitat nel proteggere gli anfibi dalle temperature elevate. La vegetazione, le zone d’acqua e gli ambienti ombreggiati rappresentano vere e proprie zone di rifugio termico, capaci di attenuare gli effetti delle ondate di calore.
Tuttavia, la distruzione di questi habitat a causa della deforestazione e dell’urbanizzazione sta riducendo drasticamente la disponibilità di aree fresche dove gli anfibi possono trovare riparo. Questo significa che gli effetti del riscaldamento globale potrebbero essere ancora più gravi di quanto stimato, poiché lo studio ha considerato scenari conservativi in cui gli anfibi hanno accesso a zone ombreggiate.
Impatti sulle strategie di conservazione
Le conseguenze del cambiamento climatico sulla biodiversità variano in base alla posizione geografica e al gruppo tassonomico considerato. Per gli anfibi, che già affrontano minacce significative come la perdita di habitat e l’inquinamento, il riscaldamento globale rappresenta un fattore di stress aggiuntivo che potrebbe accelerare il declino di molte specie.
Tuttavia, le strategie di conservazione attuali spesso non tengono sufficientemente conto della tolleranza termica degli anfibi e delle variazioni climatiche locali. Per affrontare questa sfida, i ricercatori sottolineano la necessità di:
- Proteggere e ripristinare habitat critici, come le foreste e le zone umide, che forniscono rifugi termici naturali.
- Monitorare la temperatura degli habitat anfibi, per identificare le aree a maggiore rischio e sviluppare piani di gestione mirati.
- Integrare modelli climatici avanzati nelle valutazioni di rischio, per prevedere in modo più accurato quali popolazioni saranno più vulnerabili al riscaldamento globale.
Un’azione immediata è necessaria per proteggere gli anfibi
Lo studio evidenzia che il riscaldamento globale sta accelerando il rischio di estinzione per molte specie di anfibi, rendendo urgente l’adozione di strategie di conservazione più efficaci e mirate. La tutela di microhabitat freschi, come zone boschive e ambienti acquatici, è essenziale per garantire la sopravvivenza di questi animali nei prossimi decenni.
Gli anfibi svolgono un ruolo fondamentale negli ecosistemi, contribuendo al controllo delle popolazioni di insetti e fungendo da indicatori dello stato di salute ambientale. La loro protezione non è solo una questione di biodiversità, ma è essenziale per mantenere l’equilibrio degli ecosistemi naturali.
La comunità scientifica e i responsabili politici devono quindi agire rapidamente per limitare l’impatto del cambiamento climatico sugli anfibi e implementare misure concrete per ridurre la perdita di habitat e la frammentazione degli ecosistemi. Senza un intervento immediato, molte specie potrebbero scomparire prima ancora di essere completamente comprese.
Articolo Nature: Vulnerability of amphibians to global warming.