Il nuovo DdL prevede ergastolo per il femminicidio e inasprimento delle pene per stalking, maltrattamenti, violenza sessuale e revenge porn.
Più tutele per le vittime, maggiori obblighi per la magistratura e misure restrittive per gli aggressori.
7 marzo 2025 – Il Consiglio dei Ministri, riunito a Palazzo Chigi sotto la presidenza del Premier Giorgia Meloni, ha approvato un disegno di legge per il contrasto alla violenza sulle donne. Il provvedimento introduce il reato autonomo di femminicidio, punibile con l’ergastolo, e prevede aggravanti e aumenti di pena per una serie di reati già inseriti nel cosiddetto “Codice Rosso”.
Il testo, proposto dal Ministro della Giustizia Carlo Nordio, insieme ai Ministri Matteo Piantedosi (Interno), Eugenia Roccella (Famiglia e Pari Opportunità) e Maria Elisabetta Alberti Casellati (Riforme Istituzionali), fornisce una risposta sistematica e incisiva a un fenomeno che continua a registrare numeri drammatici in Italia.
Femminicidio: reato autonomo con ergastolo garantito
Il disegno di legge introduce nel Codice Penale il nuovo reato autonomo di femminicidio, distinto dall’omicidio comune. Il provvedimento prevede l’ergastolo per chi uccide una donna in un contesto di discriminazione o odio di genere, repressione dei suoi diritti, libertà o espressione della personalità.
Questa nuova definizione mira a riconoscere la specificità del crimine di genere, sottolineando il movente misogino e discriminatorio che caratterizza molti casi di violenza estrema contro le donne.
Aumenti di pena e aggravanti per i reati del Codice Rosso
Oltre all’introduzione del reato di femminicidio, il disegno di legge prevede un aumento delle pene per i reati già ricompresi nel Codice Rosso, con un incremento delle condanne di almeno un terzo e fino ai due terzi nei casi più gravi.
Le nuove aggravanti riguardano:
- Maltrattamenti in famiglia
- Stalking
- Violenza sessuale
- Revenge porn
Con questa modifica, lo Stato intende rafforzare le misure di protezione per le vittime e garantire punizioni più severe per chi commette questi reati.
Nuove misure per tutelare le vittime
Il ddl introduce una serie di misure concrete per garantire maggiore protezione alle vittime e ai loro familiari.
L’audizione della vittima diventa obbligatoria e dovrà essere effettuata dal pubblico ministero, senza possibilità di delega alla polizia giudiziaria. Questo garantisce un maggiore livello di attenzione e rispetto per le persone offese.
Viene introdotto l’obbligo di informazione ai familiari delle vittime di femminicidio, affinché possano essere aggiornati tempestivamente sugli sviluppi giudiziari del caso.
La vittima potrà esprimere il proprio parere prima che il giudice accetti un patteggiamento per reati di violenza sulle donne. Anche se il parere non sarà vincolante, costituirà un elemento di valutazione fondamentale per il magistrato.
Viene sancito il diritto delle vittime di essere informate dell’uscita dal carcere del condannato, affinché possano essere adottate le misure necessarie per la loro sicurezza.
Il provvedimento prevede anche agevolazioni economiche per le donne vittime di violenza, al fine di facilitare il risarcimento del danno e garantire un supporto legale adeguato.
La formazione dei magistrati sarà rafforzata con l’obbligo di frequentare corsi specialistici sulla violenza di genere, al fine di garantire una maggiore sensibilità e competenza nel trattare questi casi.
Misure restrittive per gli aggressori
Il testo introduce nuove disposizioni per impedire la fuga o la reiterazione del reato da parte degli aggressori.
L’applicazione della custodia cautelare diventa obbligatoria per gli imputati di reati di violenza sulle donne. Questo significa che chi è accusato di un reato grave sarà automaticamente sottoposto a detenzione preventiva, con possibilità di arresti domiciliari solo in casi eccezionali.
Vengono introdotte restrizioni ai benefici penitenziari per gli autori di femminicidio e altri reati di violenza di genere. I condannati non potranno facilmente accedere a sconti di pena o misure alternative alla detenzione.
Si prevede inoltre che il giudice fornisca una motivazione dettagliata in caso di concessione del patteggiamento per reati di violenza contro le donne, in modo da garantire maggiore trasparenza e tutela delle vittime.
Per evitare la reiterazione del reato, vengono rafforzati i controlli sugli aggressori dopo la scarcerazione, con misure specifiche per impedire che possano colpire nuovamente.
Un passo storico per l’Italia nella lotta alla violenza di genere
Il disegno di legge si inserisce nel quadro della Convenzione di Istanbul e si allinea alle direttive dell’Unione Europea, in particolare alla nuova Direttiva UE 1385/2024 sulla violenza contro le donne.
Con queste misure, l’Italia rafforza il proprio impegno nella prevenzione e repressione della violenza di genere, rispondendo a una problematica che, ogni anno, colpisce centinaia di donne e rappresenta una vera emergenza sociale.
L’obiettivo è proteggere le vittime, prevenire i crimini e punire severamente gli autori di violenza, per costruire una società più sicura e giusta per tutte.