Al Consiglio Europeo Straordinario, il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni esprime perplessità sull’invio di truppe europee in Ucraina e propone soluzioni più durature per la sicurezza.
Il 6 marzo 2025, a Bruxelles, si è tenuto un Consiglio Europeo Straordinario focalizzato sulla sicurezza europea e sul sostegno all’Ucraina. Il Presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, ha partecipato attivamente al dibattito, esprimendo posizioni chiare su temi cruciali.
Estensione dell’Articolo 5 della NATO all’Ucraina
Meloni ha proposto l’estensione dell’Articolo 5 della NATO all’Ucraina come soluzione duratura per garantire la sicurezza del Paese. L’Articolo 5 prevede che un attacco armato contro uno o più membri dell’Alleanza sia considerato un attacco contro tutti, impegnando gli alleati a una risposta collettiva. Secondo Meloni, questa estensione offrirebbe all’Ucraina una protezione stabile e concreta, evitando soluzioni temporanee o inefficaci.
Perplessità sull’invio di truppe europee in Ucraina
La Premier ha espresso forti dubbi riguardo alla proposta di inviare truppe europee in Ucraina, definendola una soluzione poco efficace e complessa. Ha escluso la partecipazione di soldati italiani in tale contesto, sottolineando la necessità di adottare misure più durature per garantire la sicurezza, come l’estensione delle garanzie NATO all’Ucraina.
Critica all’uso del termine “riarmo”
Meloni ha criticato l’utilizzo del termine “riarmo” nel contesto delle discussioni sulla difesa europea, ritenendolo inappropriato. Ha evidenziato che la sicurezza comprende vari aspetti, tra cui materie prime, cybersicurezza e infrastrutture critiche, e che è necessario comunicare in modo chiaro ai cittadini le azioni intraprese in ambito difensivo.
Cos’è l’Articolo 5 della NATO
L’Articolo 5 del Trattato del Nord Atlantico rappresenta il fulcro del principio di difesa collettiva dell’Alleanza. Esso stabilisce che un attacco armato contro uno o più membri, in Europa o Nord America, è considerato un attacco contro tutti. In tal caso, ciascun membro si impegna ad assistere la parte attaccata, intraprendendo le azioni ritenute necessarie, compreso l’uso della forza armata, per ripristinare e mantenere la sicurezza dell’area nordatlantica.
Applicazioni pratiche dell’Articolo 5
L’unica invocazione dell’Articolo 5 nella storia della NATO è avvenuta il 12 settembre 2001, in risposta agli attacchi terroristici dell’11 settembre negli Stati Uniti. Questo ha portato a operazioni come “Eagle Assist” e “Active Endeavour”, volte a supportare la sicurezza degli Stati membri. Recentemente, il capo dell’intelligence tedesca, Bruno Kahl, ha avvertito che le crescenti attività ibride della Russia, come cyberattacchi e sabotaggi, potrebbero portare la NATO a considerare nuovamente l’invocazione dell’Articolo 5, sottolineando l’evoluzione delle minacce alla sicurezza nell’era moderna.
Proposte per il finanziamento della Difesa
Durante il vertice, si è discusso della possibilità di scorporare le spese per la difesa dal calcolo del rapporto deficit/PIL, una proposta accolta positivamente dall’Italia. Tuttavia, Meloni ha espresso preoccupazione riguardo all’accesso a prestiti per 150 miliardi di euro destinati alla difesa, sottolineando i rischi legati all’aumento del debito pubblico. Ha suggerito l’implementazione di strumenti di garanzia europei per gli investimenti privati nel settore della difesa, ispirandosi al modello di InvestEU, al fine di sostenere le aziende e creare posti di lavoro senza gravare sui bilanci statali.
Posizione sui Fondi di Coesione
Meloni ha ribadito la contrarietà dell’Italia all’uso dei fondi di coesione per finanziare spese militari, ritenendo tali risorse fondamentali per lo sviluppo regionale. Ha annunciato l’intenzione di proporre al Parlamento italiano di chiarire ufficialmente che l’Italia non intende dirottare questi fondi verso l’acquisto di armi, mantenendoli destinati alle loro finalità originarie.
Conclusioni
La partecipazione di Giorgia Meloni al Consiglio Europeo Straordinario ha evidenziato la posizione dell’Italia su temi cruciali legati alla sicurezza europea e al sostegno all’Ucraina. Le proposte avanzate mirano a garantire una difesa efficace e sostenibile, promuovendo al contempo la trasparenza e la chiarezza nelle comunicazioni verso i cittadini. Il dibattito su queste tematiche proseguirà nei prossimi vertici, con l’obiettivo di adottare strategie condivise per affrontare le sfide attuali e future.