Il Premier respinge le accuse di subordinazione agli USA e difende le scelte del governo, tra cui l’accordo con l’Albania sui migranti
Nella giornata di ieri, Lunedì 16 dicembre 2024, durante la manifestazione Atreju a Roma, la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha lanciato un duro attacco nei confronti dell’ex premier Romano Prodi. Le dichiarazioni di Meloni arrivano in risposta alle recenti critiche di Prodi riguardo all’operato del governo e alla sua politica internazionale, soprattutto nei rapporti con gli Stati Uniti.
Prodi aveva infatti insinuato che il sostegno ricevuto da Meloni da parte dell’amministrazione americana fosse il risultato di una politica di “obbedienza” e subordinazione. Un’accusa che la Presidente del Consiglio ha respinto con forza, definendola non solo infondata ma anche strumentale per delegittimare l’attuale governo.
Le dichiarazioni di Prodi: un’accusa di sottomissione
Negli scorsi giorni, Romano Prodi – figura storica della sinistra italiana e già Presidente del Consiglio in due diverse legislature – aveva dichiarato che l’apprezzamento mostrato dagli Stati Uniti nei confronti di Meloni derivasse da una presunta accondiscendenza del governo italiano verso le posizioni americane. Prodi aveva inoltre criticato alcuni aspetti della politica internazionale adottata dall’attuale esecutivo, giudicandola poco autonoma e in continuità con un modello “atlantista” che, secondo l’ex premier, non risponderebbe appieno agli interessi nazionali dell’Italia.
Prodi aveva puntato il dito anche sulle politiche migratorie, sostenendo che l’accordo con l’Albania sui centri di detenzione per migranti fosse un “esperimento rischioso e costoso”.
La replica di Meloni ad Atreju: fermezza e discontinuità
La risposta di Giorgia Meloni non si è fatta attendere. Durante il suo intervento alla manifestazione Atreju, evento tradizionale della destra italiana, la Presidente del Consiglio ha rivendicato con fermezza l’indipendenza e la solidità della sua politica estera, definendo le critiche di Prodi come parte di una strategia volta a sminuire il successo dell’esecutivo.
«Non accetto lezioni da chi ha contribuito a svendere l’Italia in passato. Il nostro governo ha dimostrato di essere capace di farsi rispettare in Europa e fuori dai confini nazionali», ha affermato Meloni con tono deciso. «Il nostro rapporto con gli Stati Uniti è basato sul rispetto reciproco e sull’interesse comune, non certo sull’obbedienza. Se qualcuno ha nostalgia di un’Italia servile, noi non siamo quelli».
Il caso Albania e le politiche migratorie
Meloni ha poi ribadito con orgoglio l’accordo con l’Albania per la creazione di centri per migranti, considerato uno dei punti più controversi dell’attuale agenda politica: «I centri in Albania funzioneranno, dovessi passarci ogni notte da qui alla fine del governo italiano», ha dichiarato con enfasi, sottolineando come questa misura rappresenti una soluzione concreta e innovativa al problema dei flussi migratori.
Per Meloni, l’accordo con l’Albania dimostra la capacità del governo di pensare fuori dagli schemi, affrontando il fenomeno migratorio in modo strutturale e con la collaborazione di partner strategici.
La compattezza della maggioranza
Il Presidente del Consiglio ha concluso il suo intervento difendendo l’operato della sua maggioranza, che ha definito «stabile e compatta». «Arriveremo compatti alla fine del governo e oltre», ha detto Meloni, inviando un messaggio chiaro non solo alle opposizioni ma anche agli osservatori internazionali.
L’attacco a Prodi e le sue dichiarazioni su temi centrali come la politica estera e migratoria confermano la volontà di Giorgia Meloni di posizionarsi come leader di una “nuova Italia”, capace di coniugare pragmatismo e fermezza, rivendicando allo stesso tempo una discontinuità con i governi passati.
Un confronto che divide
Le dichiarazioni di Meloni hanno immediatamente sollevato reazioni contrastanti. Da un lato, esponenti della maggioranza hanno applaudito la fermezza della Premier, giudicando le critiche di Prodi come «inopportune e fuori dal tempo». Dall’altro, figure dell’opposizione hanno difeso l’ex premier, accusando Meloni di arroganza e di adottare politiche poco trasparenti, soprattutto in ambito internazionale.
Il confronto tra Giorgia Meloni e Romano Prodi, due simboli opposti della politica italiana, non è soltanto uno scontro personale ma rappresenta anche il riflesso di una visione diversa del ruolo dell’Italia nello scenario globale: un’Italia autonoma e “sovrana” secondo Meloni, o un’Italia più equilibrata e cauta, come suggerito da Prodi.