Nell’udienza generale del 27 novembre 2024, il Pontefice parla della gioia come forza che rinnova e unisce.
Papa Francesco ha approfondito in udienza generale il tema dei frutti dello Spirito Santo, concentrandosi sulla gioia, descritta come una delle manifestazioni più profonde dell’azione divina nella vita dei credenti.
Il Papa ha aperto la catechesi spiegando il significato dei frutti dello Spirito, prendendo spunto dalla Lettera ai Galati: “San Paolo scrive: Il frutto dello Spirito è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé (Gal 5,22). Questi frutti esprimono sempre la creatività della persona, nella quale ‘la fede opera per mezzo della carità’ (Gal 5,6)”.
A differenza dei carismi, i frutti dello Spirito Santo sono il risultato di una sinergia tra la grazia divina e la libertà umana: “Non tutti nella Chiesa possono essere apostoli, profeti, evangelisti; ma tutti indistintamente possono e debbono essere caritatevoli, pazienti, umili, operatori di pace”.
La gioia come segno dell’incontro con Cristo
Il Pontefice ha poi sottolineato la centralità della gioia nella vita cristiana, ricordando le parole iniziali della Evangelii gaudium: “La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia”.
La gioia cristiana, ha detto il Papa, non è soggetta all’usura del tempo: “Una vera gioia si condivide con gli altri, e si ‘contagia’. Questo è il bello della gioia evangelica: più si dona, più cresce”.
San Filippo Neri: modello di gioia e misericordia
Rievocando la figura di San Filippo Neri, noto come “il santo della gioia”, il Papa ha evidenziato come la gioia di questo santo fosse radicata nel suo amore profondo per Dio. “San Filippo Neri diceva: Figlioli, state allegri; non voglio scrupoli o malinconie; mi basta che non pecchiate. E ancora: State buoni, se potete!”.
Il Papa ha poi sottolineato un aspetto centrale del ministero di San Filippo: “Egli aveva questo tratto proprio di Gesù: perdonava sempre, perdonava tutto. Dio perdona tutto, Dio perdona sempre. E questa è la gioia: essere perdonati da Dio”.
La gioia, segno dell’evangelizzazione
Francesco ha richiamato l’esortazione di San Paolo nella Lettera ai Filippesi: “Siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti. La vostra amabilità sia nota a tutti (Fil 4,4-5)”. La gioia è la chiave per comunicare il Vangelo: “La parola ‘Vangelo’ significa lieta notizia. Non si può comunicare con musi lunghi e volto scuro, ma con la gioia di chi ha trovato il tesoro nascosto e la perla preziosa”.
Un invito alla preghiera e alla solidarietà
Infine, il Pontefice ha esortato i fedeli a vivere l’imminente tempo di Avvento con vigilanza e speranza, ricordando la sofferenza di molti: “Non dimentichiamo il martoriato popolo ucraino. Soffre tanto. E voi bambini, ragazzi, pensate ai bambini e ai ragazzi ucraini che soffrono in questo tempo, senza riscaldamento, con un inverno molto duro. Preghiamo per la pace in Terra Santa; Nazareth, Palestina, Israele. Che ci sia la pace. La gente soffre tanto”.
Concludendo l’udienza, Papa Francesco ha rinnovato il suo invito a essere testimoni di gioia e speranza, ricordando che la gioia, come frutto dello Spirito, non si esaurisce mai, ma cresce nella condivisione e nell’amore.