Nel XII Colloquio tra il Dicastero per il Dialogo Interreligioso e il Centro di Teheran, il Pontefice sottolinea il ruolo della famiglia e della libertà religiosa nella costruzione di un mondo più unito e solidale.
Papa Francesco ha incontrato i partecipanti al XII Colloquio del Dicastero per il Dialogo Interreligioso e del Centro per il Dialogo Interreligioso e Interculturale di Teheran, dedicando il suo discorso al ruolo del dialogo interreligioso nella promozione dell’educazione, della pace e dei diritti umani. L’incontro si è svolto nell’Auletta dell’Aula Paolo VI, confermando l’impegno della Santa Sede per la cooperazione tra religioni diverse.
Una collaborazione che costruisce ponti
Il Santo Padre ha aperto il discorso esprimendo soddisfazione per la continuità della collaborazione tra il Dicastero e il Centro iraniano, evidenziandone il contributo alla “cultura del dialogo”, tema centrale del suo pontificato: “È a favore di una cultura del dialogo, un tema fondamentale e a me molto caro.”
Nel suo intervento, Francesco ha sottolineato la scelta di creare cardinale l’arcivescovo di Teheran-Ispahan, descrivendola come un gesto di vicinanza alla Chiesa cattolica in Iran e un’onorificenza per l’intero Paese.
La famiglia: fondamento dell’educazione e spazio di dialogo
Il tema del Colloquio, “L’educazione dei giovani in particolare nella famiglia: una sfida per cristiani e musulmani”, ha fornito l’occasione per riflettere sull’importanza della famiglia come culla della vita e dell’educazione: “La famiglia, culla della vita, è il luogo primordiale dell’educazione. In essa si muovono i primi passi e si impara ad ascoltare, a riconoscere gli altri, a rispettarli, ad aiutarli e a convivere con loro.”
Il Papa ha attribuito un ruolo speciale agli anziani, definiti “anello decisivo nel rapporto familiare tra le generazioni”, e ha condiviso un ricordo personale: “Non dimentico che è stata proprio la nonna a insegnarmi a pregare.” Ha poi affrontato la sfida delle nuove situazioni matrimoniali caratterizzate da disparità di culto, descrivendole come “un luogo privilegiato di dialogo interreligioso”.
Dialogo e libertà religiosa come pilastri per la dignità umana
Francesco ha posto l’accento sull’importanza della libertà religiosa come pietra angolare dei diritti umani:
“La libertà religiosa non si limita all’esercizio del proprio culto, ma consente di essere totalmente liberi di decidere nel campo del proprio credo e della pratica religiosa.”
Questa visione, ha spiegato, trova fondamento nella Dichiarazione Dignitatis humanae del Concilio Vaticano II, che rimane una guida essenziale nel promuovere il rispetto per ogni persona, comunità e popolo.
Un mondo diviso, una chiamata alla pace
Papa Francesco ha concluso il suo intervento esprimendo preoccupazione per le divisioni e i conflitti nel mondo, inclusa la minaccia nucleare: “Il nostro mondo è diviso e lacerato da odio, tensioni, guerre e minacce di un conflitto nucleare. Questa situazione spinge noi, credenti nel Dio della pace, a pregare e a operare per il dialogo, la riconciliazione, la pace.”
E ha sottolineato come l’impegno per la pace renda credibili le comunità religiose agli occhi delle nuove generazioni: “L’impegno che insieme possiamo dimostrare per la pace ci rende credibili agli occhi del mondo e in particolare delle nuove generazioni.”
Silenzio e preghiera per un mondo migliore
Il Santo Padre ha concluso invitando i presenti a un momento di silenzio e preghiera comune, sottolineando la dimensione spirituale del dialogo interreligioso: “Tutti noi preghiamo chiedendo la benedizione di tutti. In silenzio, tutti. Che Dio benedica tutti noi. Amen.”
L’incontro ha rappresentato un nuovo passo verso il rafforzamento del dialogo tra cristiani e musulmani, con un focus particolare sul ruolo educativo della famiglia e sulla necessità di lavorare insieme per costruire un futuro di pace e rispetto reciproco.