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Il Papa: la preghiera nasce dalla libertà, non dalla paura

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Nell’Udienza Generale il Pontefice esorta a pregare con spontaneità e cuore, invocando lo Spirito Santo, e ricorda le sofferenze di Valencia e altre regioni colpite da conflitti e disastri naturali.

Durante l’udienza generale tenutasi oggi, 6 novembre 2024, in Piazza San Pietro, Papa Francesco ha offerto ai fedeli una profonda riflessione sulla preghiera e sul ruolo dello Spirito Santo. Ha iniziato l’incontro con parole spontanee, manifestando vicinanza e preoccupazione per la Spagna, e in particolare per Valencia, devastata dalle recenti alluvioni. “Ho voluto salutare la Virgen de los Desamparados, la Madonna che si prende cura dei poveri, la patrona di Valencia […] Oggi, in modo speciale, preghiamo per Valencia e per altre zone della Spagna che stanno soffrendo per l’acqua”, ha detto, esprimendo la sua solidarietà per le vittime e incoraggiando i fedeli a unirsi in preghiera per coloro che soffrono.

Il tema della catechesi di oggi è stato lo Spirito Santo e il suo ruolo nella preghiera cristiana. “Lo Spirito Santo è nello stesso tempo soggetto e oggetto della preghiera cristiana”, ha spiegato Papa Francesco, sottolineando come lo Spirito non solo ci aiuti a pregare, ma ci viene donato attraverso la stessa preghiera. Ha quindi ricordato l’importanza di pregare “da figli di Dio, non da schiavi”, sottolineando che la vera preghiera nasce dalla libertà e dalla spontaneità del cuore. “La preghiera è libera”, ha affermato, “Tu preghi quando lo Spirito ti aiuta a pregare”.

Rivolgendosi ai presenti, il Papa ha citato il Vangelo di Luca: “Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!” (Lc 11,13). Con queste parole, ha invitato i fedeli a confidare nella generosità di Dio, che è sempre pronto a donare lo Spirito a chi lo invoca con sincerità.

Francesco ha poi raccontato l’episodio di Elia sul Monte Carmelo, come esempio del potere della preghiera. “La Chiesa segue fedelmente questo esempio: ha sempre sulla bocca l’implorazione ‘Vieni!’ ogni volta che si rivolge allo Spirito Santo, ‘vieni!'”, ha detto, evidenziando come la Chiesa invochi lo Spirito soprattutto durante la celebrazione eucaristica.

Il Papa ha quindi approfondito l’importanza della preghiera di intercessione, spiegando come lo Spirito Santo non ci accusi davanti al Padre, ma ci difenda e ci faccia sentire la misericordia di Dio. “Dio è più grande del nostro cuore”, ha detto, ricordando che Dio perdona sempre, anche prima che possiamo completare la parola “perdono”.

Papa Francesco ha chiesto ai fedeli di pregare con il cuore e non “come i pappagalli”. Ha spiegato: “Quando pregate il Padre Nostro, pregate ‘Padre, Tu sei il mio Padre’. Pregate con il cuore e non con le labbra, non fare come i pappagalli.”

Infine, rivolgendosi ai pellegrini, ha espresso vicinanza ai giovani, agli ammalati, agli anziani e agli sposi novelli, invitandoli a vivere quotidianamente sostenuti da fede e speranza. Ha poi ricordato le molte aree di conflitto e sofferenza nel mondo, tra cui Ucraina, Gaza, Israele e Myanmar, invitando alla preghiera per la pace e a non dimenticare Valencia e la Spagna, “presieduta oggi dalla Virgen de los Desamparados”.

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