Al Convegno dei Giovani Imprenditori, il Presidente del Consiglio esorta il settore privato a contribuire al Piano Mattei.
Puntare su sviluppo, formazione e cooperazione strategica con le nazioni africane.
In occasione del 39° Convegno di Capri dei Giovani Imprenditori, il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha inviato un videomessaggio in cui ha sottolineato l’importanza del contributo del settore privato al Piano Mattei per l’Africa. La sua assenza fisica all’evento, compensata dal videomessaggio, non ha indebolito la forza del messaggio rivolto ai giovani imprenditori, invitati a giocare un ruolo centrale in questa ambiziosa iniziativa.
Il Piano Mattei per l’Africa: una iniziativa strategica
Meloni ha evidenziato come il Piano Mattei rappresenti non solo una strategia del Governo, ma un progetto di ampio respiro per l’intero Paese. «Spero che possa diventare un’iniziativa strategica dell’Italia sul lungo periodo, capace di travalicare i singoli governi», ha affermato. Il Piano, che si propone di instaurare un partenariato basato sulla crescita condivisa e sul rispetto reciproco con le nazioni africane, è visto come un pilastro della geopolitica italiana, rivolto a costruire un nuovo modello di sviluppo per l’Africa.
Meloni ha enfatizzato il ruolo cruciale del settore privato italiano, dicendo: «Dal tessuto produttivo possono arrivare idee, ma soprattutto soluzioni ai problemi concreti. Perché non c’è nessuno più concreto di chi fa impresa». In questo contesto, gli imprenditori italiani sono chiamati a contribuire con la loro esperienza e capacità di pianificazione, per rendere il Piano Mattei un successo tangibile e duraturo.
Un piano concreto, non un libro dei sogni
Nel suo discorso, Meloni ha ribadito l’approccio pragmatico che caratterizza il Piano Mattei. Ha chiarito che non si tratta dell’ennesimo “libro dei sogni”, ma di un piano ben strutturato, basato su progetti realizzabili e sostenibili. «Di tutto c’era bisogno tranne che dell’ennesimo lungo elenco di buoni propositi», ha detto. I progetti pilota sono già stati avviati in nove nazioni africane, ponendo solide basi per una collaborazione di lungo termine.
Il futuro dell’Africa e l’opportunità per l’Italia
Guardando al futuro, Meloni ha illustrato come l’Africa stia vivendo un periodo di transizione epocale, con una popolazione che entro il 2050 supererà i 2,3 miliardi di persone. Questo, secondo il Presidente del Consiglio, presenta una duplice opportunità: «L’Africa si appresta a diventare uno dei principali mercati mondiali», ha dichiarato, e il dinamismo dei sistemi economici e produttivi africani offre spazi di collaborazione che l’Italia, con il suo tessuto produttivo e industriale, deve sfruttare appieno.
Capitale umano e formazione: i pilastri del piano
Meloni ha sottolineato l’importanza di investire nel capitale umano africano come driver di sviluppo per la collaborazione tra Italia e Africa. «L’investimento nel capitale umano è uno dei driver di sviluppo della nostra collaborazione, e non è un caso che la formazione sia proprio uno dei pilastri del Piano Mattei», ha spiegato. Ha poi aggiunto che la formazione tramite le filiere produttive sarà un’area in cui il settore privato italiano potrà fare la differenza.
Architettura finanziaria e internazionalizzazione
Per sostenere i progetti del Piano Mattei, il governo ha lavorato alla creazione di una solida architettura finanziaria, coinvolgendo istituzioni internazionali e collaborando con la Banca Africana di Sviluppo. Inoltre, Meloni ha menzionato l’importanza degli strumenti come la Misura Africa di Simest per le PMI e quelli di Cassa Depositi e Prestiti per le aziende di maggiori dimensioni, a supporto dell’internazionalizzazione delle imprese italiane.
L’obiettivo finale: crescita e sviluppo
Il videomessaggio del Presidente del Consiglio si è concluso con un invito all’azione concreta e pragmatica. «È un grande lavoro che ha sostanzialmente un obiettivo di fondo: costruire insieme alle Nazioni africane nuove occasioni di sviluppo», ha affermato Meloni. La chiave del successo, secondo il Presidente, risiede nell’impegno a rimboccarsi le maniche e a lavorare con concretezza, pragmatismo e rispetto per gli interlocutori africani.