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Il Papa: la missione della Chiesa, tra universalità e unità

Angelus di Papa Francesco Piazza San Pietro

Il Pontefice spiega la missione della Chiesa e il ruolo dello Spirito nella costruzione dell’unità tra i popoli.

Papa Francesco, durante l’udienza generale in Piazza San Pietro il 9 ottobre 2024, ha continuato il suo ciclo di catechesi sul tema “Lo Spirito e la Sposa”, concentrandosi sulla figura dello Spirito Santo nella vita della Chiesa e nella missione di annunciare Cristo a tutte le genti. Partendo dal racconto della discesa dello Spirito Santo a Pentecoste, descritto nel Libro degli Atti degli Apostoli, il Pontefice ha illustrato come lo Spirito sia alla base dell’universalità e dell’unità della Chiesa.

“E tutti furono colmati di Spirito Santo” (At 2,4), ha sottolineato il Papa, citando il momento in cui gli Apostoli, dopo aver ricevuto il dono dello Spirito, iniziano a parlare in altre lingue e annunciano Cristo alla folla. Questo episodio segna l’inizio della missione universale della Chiesa, un segno di una nuova unità tra i popoli. Lo Spirito Santo, ha spiegato Francesco, è Colui che spinge la Chiesa verso l’esterno, chiamandola ad accogliere nuovi popoli e culture, e contemporaneamente la raccoglie al suo interno, consolidando l’unità raggiunta.

Papa Francesco ha poi offerto due esempi della missione dello Spirito negli Atti degli Apostoli. Il primo riguarda la conversione di Cornelio, un centurione romano. In quell’occasione, come a Pentecoste, il dono dello Spirito segna un’apertura: “Ci vuole un’altra Pentecoste per far cadere l’ultima barriera tra giudei e pagani” (cfr. At 10-11), ha detto il Papa, ricordando come la Chiesa sia stata chiamata a superare i confini etnici e culturali.

Il secondo esempio si trova nel capitolo 16 degli Atti, dove lo Spirito guida San Paolo, vietandogli di predicare in Asia Minore e indicandogli invece di recarsi in Macedonia. In questo modo, ha affermato il Santo Padre, “Il Vangelo usciva così dalla nativa Asia ed entrava in Europa”.

L’altro movimento dello Spirito Santo, ha spiegato Francesco, è quello che crea l’unità, come si vede nel concilio di Gerusalemme (At 15). In quell’occasione, la Chiesa affrontò la questione degli obblighi della legge mosaica per i convertiti dal paganesimo. Papa Francesco ha evidenziato come lo Spirito Santo non operi sempre l’unità in modo immediato o miracoloso, ma spesso attraverso un “lavorio discreto, rispettoso dei tempi e delle divergenze umane”. Questa dinamica sinodale, che coinvolge la preghiera, il confronto e le persone, fu espressa nella decisione finale del concilio: “Abbiamo deciso, lo Spirito Santo e noi…” (At 15,28).

Il Papa ha citato anche Sant’Agostino per spiegare meglio il ruolo dello Spirito nell’unità della Chiesa: “Ciò che è l’anima per il corpo umano, lo Spirito Santo lo è per il corpo di Cristo che è la Chiesa”. Questo significa che l’unità della Chiesa non viene dall’esterno, ma è il risultato del lavoro dello Spirito Santo, che agisce come vincolo di unità.

Il discorso si è poi rivolto alla vita personale di ogni cristiano, ricordando che l’unità non si realizza automaticamente o solo con buoni propositi. “L’unità di vita, l’unità di Pentecoste, secondo lo Spirito, si realizza quando ci si sforza di mettere al centro Dio, non sé stessi”, ha esortato il Papa. Solo muovendoci insieme verso Cristo, ha continuato, possiamo costruire l’unità dei cristiani.

Infine, il Papa ha rivolto il suo pensiero ai giovani, agli ammalati, agli anziani e agli sposi novelli, invitandoli a valorizzare la preghiera del Santo Rosario, particolarmente significativa nel mese di ottobre. Francesco ha concluso affidando a Maria il desiderio di pace e le sofferenze delle popolazioni martoriate dalla guerra, con un riferimento speciale all’Ucraina, alla Palestina, a Israele, al Myanmar e al Sudan, prima di impartire la sua benedizione.

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