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Ambiente

Biodiversità nei territori indigeni: le statistiche errate potrebbero danneggiarle anziche proteggerle

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Dati privi di basi scientifiche, che attribuiscono l’80% della biodiversità mondiale ai territori indigeni, rischiano di compromettere la credibilità delle politiche di conservazione.

Ne parla un articolo su Nature. Negli ultimi vent’anni, una statistica spesso citata afferma che l’80% della biodiversità globale si trova nei territori delle popolazioni indigene. Questo dato è stato utilizzato in svariati contesti, dalle pubblicazioni scientifiche ai media, con l’obiettivo di sottolineare l’importanza delle comunità indigene nella conservazione della biodiversità. Tuttavia, nuove ricerche dimostrano che questa affermazione non ha una base scientifica solida e potrebbe danneggiare la causa stessa che si cerca di promuovere.

Nonostante sia indiscutibile che le popolazioni indigene svolgano un ruolo fondamentale nella salvaguardia degli ecosistemi, la rivendicazione secondo cui il loro territorio ospiterebbe l’80% della biodiversità mondiale è errata. La questione deriva principalmente da interpretazioni errate di precedenti dichiarazioni.

Origini della stima sull’80%

La cifra dell’80% sembra essere emersa per la prima volta nel 2002, in un rapporto della Commissione ONU sullo Sviluppo Sostenibile, senza però citare fonti specifiche. Da allora, questa stima è stata ripresa in vari documenti, con un contributo significativo alla sua diffusione derivante da un rapporto della Banca Mondiale del 2008. Tuttavia, un’analisi approfondita delle fonti non ha trovato prove concrete a sostegno di questo numero, e la sua perpetuazione rischia di compromettere la credibilità degli sforzi per riconoscere e proteggere i diritti indigeni.

Perché la stima è problematica ?

L’idea che la biodiversità possa essere quantificata in modo preciso e mappata globalmente è complessa. La biodiversità non si limita al numero di specie: include la diversità all’interno delle specie, tra le specie e degli ecosistemi. I dati sulla distribuzione delle specie sono incompleti, soprattutto nei territori indigeni, rendendo difficile qualsiasi stima accurata.

Verso una comprensione più precisa

È fondamentale riconoscere l’importanza delle popolazioni indigene nella conservazione della biodiversità, basandosi su dati concreti piuttosto che su numeri non supportati. I loro territori, grazie alla gestione sostenibile, rappresentano modelli di equilibrio tra uomo e natura, ma è importante evitare affermazioni fuorvianti che potrebbero minare la causa.

In conclusione, la comunità scientifica e gli attivisti devono abbandonare l’uso della stima dell’80% e concentrarsi su prove concrete per promuovere il ruolo essenziale delle popolazioni indigene nella protezione del pianeta.

Articolo Nature: No basis for claim that 80% of biodiversity is found in Indigenous territories. DOI 10.1038/d41586-024-02811-w.

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