Un invito alla fiducia e alla perseveranza, con un appello per la pace e la celebrazione di nuovi Beati.
In una splendida mattina di giugno, Papa Francesco ha rivolto il suo tradizionale Angelus alla folla radunata in Piazza San Pietro, riflettendo sulla parabola del seme tratta dal Vangelo di Marco (cfr Mc 4,26-34).
Il Pontefice ha iniziato il suo discorso sottolineando l’importanza dell’attesa fiduciosa nel processo di crescita, paragonando il Regno di Dio al lavoro paziente di un contadino. “Nella semina, per quanto il contadino sparga ottima e abbondante semente, e per quanto prepari bene la terra, le piante non spuntano subito: ci vuole tempo e ci vuole pazienza!” ha detto Papa Francesco, evidenziando la necessità di avere fiducia e pazienza nel vedere i frutti della propria semina spirituale (cfr vv. 28-29).
Questa metafora agricola serve come lezione spirituale: “Il Signore mette in noi i semi della sua Parola e della sua grazia, semi buoni e abbondanti, e poi, senza mai smettere di accompagnarci, aspetta con pazienza.” Il Papa ha spiegato che, proprio come un contadino cura la terra, Dio si prende cura dei fedeli, concedendo loro il tempo necessario per crescere e maturare.
Papa Francesco ha poi invitato tutti a riflettere sulla propria capacità di seminare e attendere con fiducia: “Facendo così, il Signore ci dà un esempio: insegna anche a noi a seminare fiduciosamente il Vangelo là dove siamo, e poi ad attendere che il seme gettato cresca e porti frutto in noi e negli altri.”
Ha concluso questa parte del discorso con domande introspective, esortando i fedeli a valutare la propria apertura alla Parola di Dio e la pazienza nel vedere i risultati delle loro azioni: “Io lascio seminare in me la Parola? A mia volta, semino con fiducia la Parola di Dio negli ambienti in cui vivo? Sono paziente nell’aspettare, oppure mi scoraggio perché non vedo subito i risultati?”
Dopo l’Angelus il Papa ha ricordato con gioia la beatificazione di Michele Rapacz, sacerdote e martire, a Cracovia. Descrivendolo come “pastore secondo il cuore di Cristo, fedele e generoso testimone del Vangelo che ha sperimentato sia la persecuzione nazista sia quella sovietica”, Papa Francesco ha chiesto un applauso per il nuovo Beato.
Non è mancato un appello accorato per la situazione nella Repubblica Democratica del Congo, dove continuano scontri e massacri. Il Santo Padre ha esortato le autorità nazionali e la comunità internazionale a fare tutto il possibile per fermare le violenze e proteggere la vita dei civili, sottolineando che tra le vittime ci sono molti cristiani uccisi in odio alla fede: “Il loro sacrificio è un seme che germoglia e porta frutto, e ci insegna a testimoniare il Vangelo con coraggio e coerenza.”
Ha anche ricordato la necessità di pregare per la pace in varie regioni del mondo, tra cui Ucraina, Terra Santa, Sudan e Myanmar, e ha salutato con affetto i fedeli presenti, provenienti da diverse parti del mondo.
Un saluto speciale è stato riservato ai partecipanti al Forum Europeo dei Laici e a un gruppo di mamme della comunità cattolica congolese di Roma, che hanno cantato con grande entusiasmo. “Queste mamme cantano bene! Mi piacerebbe sentirvi cantare un’altra volta,” ha esclamato con un sorriso.
Infine, Papa Francesco ha ringraziato i donatori di sangue per il loro prezioso contributo e ha chiesto ancora una volta di pregare per lui, augurando a tutti una buona domenica: “Per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!”
Queste parole del Santo Padre ci ricordano l’importanza della pazienza e della fiducia nel percorso di crescita spirituale, nonché la necessità di sostenersi reciprocamente nella fede, soprattutto in tempi difficili.