SRM: Così il Pontefice nella sua Lettera Apostolica Sublimitas et Miseria Hominis, per il quarto centenario della nascita di Blaise Pascal.
Blaise Pascal, spiega il Papa, ha cercato la verità per tutta la vita, facendo scoperte straordinarie nei campi della matematica, geometria, fisica e filosofia. Nonostante il progresso scientifico e lo scetticismo filosofico e religioso dell’epoca, Pascal è rimasto un instancabile ricercatore del vero, sempre attratto da nuovi orizzonti.
La sua mente acuta e aperta non ha mai smesso di porsi la domanda essenziale sull’uomo: “Che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi, il figlio dell’uomo, perché te ne curi?” Pascal ha riconosciuto che l’uomo è insignificante rispetto all’infinito, ma allo stesso tempo, quella domanda è intrecciata nella storia dell’amore tra Dio e il suo popolo, incarnata in Gesù Cristo.
Pascal si distingueva per la sua “stupita apertura alla realtà”, aprendosi ad altre dimensioni della conoscenza, agli altri e alla società. Ad esempio, ha contribuito alla creazione della prima rete di trasporti pubblici a Parigi nel 1661. La sua conversione al cristianesimo e il suo impegno intellettuale nella difesa della fede non lo hanno isolato dal suo tempo, ma lo hanno reso attento ai problemi e ai bisogni della società.
Anche durante la sua ultima malattia, Pascal è rimasto aperto agli altri. Ha dichiarato che, se si riprendesse, dedicherebbe il resto della sua vita al servizio dei poveri. È commovente constatare che, negli ultimi giorni della sua vita, Pascal ha visto il servizio verso i bisognosi come la priorità assoluta, affermando che “l’unico oggetto delle Scritture è la carità”.
Fonte rivista scientifica SRM – Science and Religion in Media, Papa Francesco: Pascal ricercatore del vero, tra scienza e fede.
Link Lettera Papa Francesco.