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Papa Francesco: ringraziare Dio per l’opera di Benedetto XVI

Papa-Francesco-Piazza-San-Pietro

Così il Pontefice, all’Angelus di ieri, Domenica 1 Gennaio 2023, in Piazza San Pietro, ha ricordato Benedetto XVI.

Dopo gli auguri per il nuovo anno, il Papa ha ricordato come sia “affidato a Maria Santissima, che oggi celebriamo come Madre di Dio”. Chiedendo l’intercessione della Madonna “in particolare per il Papa emerito Benedetto XVI, che ieri mattina ha lasciato questo mondo. Ci uniamo tutti insieme – ha affermato – con un cuore solo e un’anima sola, nel rendere grazie a Dio per il dono di questo fedele servitore del Vangelo e della Chiesa”. La salma del Papa Emerito questa mattina, dalle ore 9.00, sarà visitabile dai fedeli nella Basilica di San Pietro.

“Prendersi cura”, contro gli egoismi.

Papa Francesco ha invitato a riflettere sul grande mistero e il grande dono della maternità della Vergine, che si prende “cura con tenerezza del Bambino”, e lo pone al centro dell’attenzione.

Con il “linguaggio tipico della maternità: la tenerezza del prendersi cura”. Così come tutte le madri, “dopo aver portato in grembo per nove mesi il dono di un misterioso prodigio”, dopo aver partorito continuano “a mettere al centro di tutte le attenzioni i loro bambini: li nutrono, li stringono tra le braccia, li depongono con dolcezza nella culla”.

Questo, spiega il Pontefice, è il linguaggio della maternità, delle mamme, e della stessa Madre di Dio: “prendersi cura”. Così, “come tutte le mamme, Maria porta nel suo grembo la vita” e in questo modo “ci parla del nostro futuro. Ma allo stesso tempo ci ricorda che, se vogliamo davvero che il nuovo anno sia buono, se vogliamo ricostruire speranza, occorre abbandonare i linguaggi, i gesti e le scelte ispirati all’egoismo e imparare il linguaggio dell’amore, che è prendersi cura”.

Che si traduce in “un linguaggio nuovo, che va contro i linguaggi dell’egoismo”. E che significa “prenderci cura della nostra vita”, e “prenderci cura del nostro tempo, della nostra anima; prenderci cura del creato e dell’ambiente in cui viviamo; e, ancor più, prenderci cura del nostro prossimo, di coloro che il Signore ci ha messo accanto, come pure dei fratelli e delle sorelle che sono nel bisogno e interpellano la nostra attenzione e la nostra compassione”.

Così, mentre osserviamo la Vergine con Gesù Bambino, “impariamo a prenderci cura degli altri, e anche di noi stessi, curando la salute interiore, la vita spirituale, la carità”.

Nella Giornata Mondiale della Pace, chiamati a prendersi cura del mondo.

Nella giornata della celebrazione della Giornata Mondiale della Pace, il Pontefice a invitato e recuperare la “consapevolezza della responsabilità che ci è affidata per costruire il futuro: davanti alle crisi personali e sociali che viviamo, davanti alla tragedia della guerra, «siamo chiamati a far fronte alle sfide del nostro mondo con responsabilità e compassione» – Messaggio per la LVI Giornata Mondiale della Pace, 5. E possiamo farlo se ci prendiamo cura gli uni degli altri e se, tutti insieme, ci prendiamo cura della nostra casa comune”.

E ha pregato la Madonna, “perché in questa epoca inquinata dalla diffidenza e dall’indifferenza, ci renda capaci di compassione e di cura – capaci di avere compassione e di prenderci cura –, capaci di «commuoversi e di fermarsi davanti all’altro, tutte le volte che sia necessario» – Esort. ap. Evangelii gaudium, 169”.

Anche dopo l’Angelus Papa Francesco ha invocato la pace, ricordando come “nel mondo intero, in tutti i popoli sale il grido: no alla guerra! No al riarmo!” E la richiesta che le risorse economiche, anziché alimentare conflitti, “vadano allo sviluppo: salute, alimentazione, educazione, lavoro”.

Ricordando il conflitto in Ucraina, che così come in altre zone del mondo, “semina morte e distruzione”. Contrasto “intollerabile”, in questi giorni dedicati alla riflessione spirituale e religiosa. E che, come la pandemia ci ha insegnato, “nessuno può salvarsi da solo”, però “insieme possiamo percorrere sentieri di pace e di sviluppo”.Il Pontefice ha poi salutato le due bande musicali provenienti dalla Virginia e dall’Alabama, negli Stati Uniti d’America.

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