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Giornalismo

Riunione del coordinamento di monitoraggio sugli atti intimidatori ai giornalisti

Question Time ministro Interno Lamorgese

Riunione del Centro di coordinamento per il monitoraggio sugli atti intimidatori ai giornalisti: dichiarazione del ministro dell’Interno.

«Stiamo seguendo con la massima attenzione il tema delle minacce ai giornalisti, veicolate anche attraverso la rete, perché la stampa è garanzia di circolazione delle notizie ed anche per questo è componente fondamentale della nostra democrazia: dunque non vanno sottovalutati gli atti intimidatori che devono sempre essere denunciati alle forze di polizia anche per una più efficace opera di prevenzione e contrasto di questo gravissimo fenomeno».

Lo ha detto il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, in occasione della riunione del Centro di coordinamento delle attività di monitoraggio, analisi e scambio permanente  e di informazioni sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti alla quale hanno partecipato il capo di gabinetto del Viminale, Bruno Frattasi, il vice direttore generale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, Vittorio Rizzi, il presidente e il segretario generale della Federazione nazionale della stampa, Giuseppe Giulietti e Raffaele Lorusso, il presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti Carlo Verna, il presidente dell’Ordine regionale della Toscana, Carlo Bartoli, il presidente dell’Associazione Stampa Toscana, Sandro Bennucci, e per “Il Tirreno” il direttore Stefano Tamburini e il rappresentante del Comitato di redazione Giulio Corsi.

Nel 2020 gli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti sono stati 163, l’87% in più rispetto al 2019 (87 casi). Nel 2021, gli episodi registrati sono 23. Lazio, Sicilia, Campania, Calabria e Lombardia sono le regioni in cui si sono verificati il maggior numero di casi. Nel 2020 è cresciuta la percentuale delle intimidazioni pervenute via web (il 44% del totale): le piattaforme più utilizzate sono Facebook e Twitter. Nel 2019 gli episodi in Rete erano stati un quarto del totale.

Il ministro Lamorgese ha impresso nuovo impulso alle attività del Centro di coordinamento presso il Viminale fin dalla prima riunione da lei presieduta il 10 gennaio 2020, cui è seguita una direttiva ai prefetti per avviare un monitoraggio strutturato che consenta di delineare in maniera dinamica un quadro complessivo conoscitivo degli scenari di rischio a livello territoriale nonché delle iniziative conseguentemente assunte.

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