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Alert e emergenze

Nature: la fine del distanziamento sociale e i rischi di un nuovo picco Covid-19

Covid-19: la mancanza di un vaccino e di farmaci efficaci sta aumentando il rischio che la pandemia si riaccenda.

Ne parla oggi un articolo sulla rivista scientifica Nature Human Behaviour l’articolo The end of social confinement and COVID-19 re-emergence risk. La fine del distanziamento sociale e il rischio di riemersione di COVID-19. Gli autori sono Leonardo López e Xavier Rodó, del Climate and Health Program, Barcelona Institute for Global Health, di Barcellona – Spagna. I due ricercatori sottolineano i rischio di una seconda ondata della attuale pandemia Covid-19. Spiegando che il “distanziamento sociale e singoli interventi non farmaceutici potrebbero potenzialmente eliminare la necessità di blocchi”.

Il modello epidemiologico.

Il modello epidemiologico che hanno elaborato si basa su lavori precedenti di altri studiosi, e “consente di testare gli interventi di controllo”. Il modello è stato anche  recentemente implementato per Spagna e Italia. È possibile così valutare gli effetti del non distanziamento sociale” applicando il modello  a differenti scenari. I ricercatori avvertono però che il loro modello potrebbe sottostimare i possibili contagi, perché presuppone “che gli individui confinati non possano essere infettati”.

In realtà non è corretto stimare che le persone in quarantena o in distanziamento sociale non possano essere infettate. Tuttavia, spiegano López e Rodó, considerando “il significativo dibattito sull’uso anche errato dei modelli epidemiologici per informare la politica, abbiamo optato per un approccio meno allarmistico. Inoltre, abbiamo incluso dinamicamente gli interventi comportamentali e la consapevolezza delle persone come funzioni modulanti di alcuni parametri del modello rilevante – metodi”.

Abstract e informazioni sull’articolo:

  • The end of social confinement and COVID-19 re-emergence risk. La fine del distanziamento sociale e il rischio di riemersione di COVID-19.
  • Autori Leonardo López e Xavier Rodó.
  • DOI 10.1038 / s41562-020-0908-8
  • Link Nature Human Behaviour.

Abstract: La mancanza di interventi farmaceutici efficaci per SARS-CoV-2 aumenta la possibilità di ricorrenza di COVID-19. Esploriamo diversi scenari post-confinamento utilizzando un modello SEIR: suscettibile – esposto – infettivo – recuperato. Modificato in modo stocastico, e che tiene conto della diffusione dell’infezione durante il periodo latente e incorpora anche effetti di decadimento del tempo dovuti alla potenziale perdita dell’immunità acquisita, aumentare la consapevolezza del distanziamento sociale e dell’uso di interventi non farmaceutici. I nostri risultati suggeriscono che i blocchi dovrebbero rimanere in atto per almeno 60 giorni per prevenire la crescita epidemica, così come una seconda ondata potenzialmente più ampia di casi SARS-CoV-2 che si potrebbe verificare entro pochi mesi. Lo scenario migliore dovrebbe anche integrare gradualmente i lavoratori in una percentuale giornaliera al massimo superiore del 50% rispetto al periodo di confinamento. Mostriamo che la riduzione dell’immunità e in particolare la consapevolezza e il comportamento hanno effetti significativi del 99% sia sull’attuale ondata di infezione sia sulla prevenzione della eventuale ricomparsa di COVID-19. Il distanziamento sociale e singoli interventi non farmaceutici potrebbero potenzialmente eliminare la necessità di blocchi.

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