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Innovazione e ricerca

Nature: una connessione tra cambiamenti climatici e parti prematuri

I cambiamenti climatici, e in particolare l’innalzamento delle temperature globali, potrebbero essere la causa dell’aumento di parti prematuri.

Ne parla sulla rivista scientifica Nature Climate Change l’articolo The impact of high ambient temperatures on delivery timing and gestational lengths. L’impatto delle alte temperature ambientali sui tempi di nascita e sulle durate delle gravidanze. DOI 10.1038 / s41558-019-0632-4. Lo studio è stato realizzato da Alan Barreca, professore associato all’Institute of the Environment and Sustainability, University of California, Los Angeles, CA, USA e da Jessamyn Schaller, professoressa associata di Economia al Claremont McKenna College.

Dalla ricerca, effettuata negli Stati Uniti su un periodo di venti anni, è emerso che in media 25.000 bambini ogni anno sono nati prima del previsto a causa del caldo. Gli autori stimano una perdita di oltre 150.000 giorni dei periodi di gestazione ogni anni negli Stati Uniti, nel periodo dal 1969 al 1988. Prevedendo che, in base alle attuali previsioni climatiche, entro la fine di questo secolo “si potrebbero perdere altri 250.000 giorni dei periodi di gestazione”. E che le alte temperature possono determinare nascite premature anche di due settimane

Inoltre, “una maggiore esposizione al caldo a causa dei cambiamenti climatici potrebbe danneggiare la salute dei bambini”, anche se non è stato finora ancora valutato e documentato l’impatto di una tale minaccia. Dal punto di vista della fisiologia umana, è però noto che gravidanze più brevi del normale sono potenzialmente connesse a problemi di salute e possono determinare effetti sulle capacità cognitive. L’articolo spiega che già precedenti studi “suggeriscono che il clima caldo porti ad una accelerazione del parto e a gestazioni più brevi”. Ad oggi però “non si sa esattamente quanti giorni di gestazione si perdano a causa del caldo”.

Abstract dell’articolo The impact of high ambient temperatures on delivery timing and gestational lengths, Nature Climate Change.

Le prove suggeriscono che l’esposizione al calore aumenta il rischio di parto per le donne in gravidanza. L’accelerazione del parto porta a una gestazione più breve, che è stata collegata a risultati successivi di salute e cognitivi. Tuttavia, in letteratura mancano stime delle perdite gestazionali aggregate risultanti dalla stagione calda. Qui, utilizziamo i cambiamenti stimati nei tassi di natalità giornalieri della contea per quantificare le perdite gestazionali associate al calore negli Stati Uniti dal 1969 al 1988.

Scopriamo che il calore estremo provoca un aumento delle consegne il giorno dell’esposizione e il giorno seguente e mostra che le nascite aggiuntive sono state accelerate fino a due settimane. Stimiamo che in media nacquero prima 25000 neonati all’anno a causa dell’esposizione al calore, con una perdita totale di oltre 150.000 giorni gestazionali all’anno. In assenza di adattamento, le proiezioni climatiche suggeriscono ulteriori perdite di 250.000 giorni di gestazione all’anno entro la fine del secolo. Link articolo.

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