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Innovazione e ricerca

Scienze sociali e comportamento: l’onestà nella cultura bancaria

Le scienze sociali mostrano la propensione di dipendenti di istituti bancari ad essere più disonesti quando pensano alla propria professione.

Tale dinamica comportamentale non si verificherebbe allo stesso modo in altre professioni. Allo stesso tempo, spiegano gli autori, è emersa la difficoltà scientifica, per le scienze sociali, di capire quanto effettivamente la maggiore o minore disonestà dei dipendenti delle banche sia determinata dalla loro professione. Realizzato da Zoe Rahwan, Erez Yoeli e Barbara Fasolo, lo studio mostra anche la necessità di approcci scientifici complessi e più articolati rispetto a quelli definiti ad oggi.

Appare opportuno sviluppare metodi scientifici più raffinati, considerando pure la recente diminuzione della fiducia dei cittadini verso le istituzioni bancarie, dovuta pure, spiega lo studio,  a “recenti scandali, come la crisi dei mutui subprime”. La ricerca è stata pubblicata su Nature volume 575, 2019, pagine 345 – 349, con il titolo Heterogeneity in banker culture and its influence on dishonesty. Eterogeneità nella cultura bancaria e sua influenza sulla disonestà. DOI 10.1038 / s41586-019-1741-y.

I ricercatori hanno replicato su più grande scala un esperimento realizzato nel 2014 da Alain Cohn e altri studiosi. L’esperimento misurò l’onestà di circa “130 dipendenti di una grande banca di investimento internazionale, utilizzando un gioco a gettoni in cui i partecipanti si sono auto dichiarati lanci vincenti, ciascuno dei quali ha fruttato una ricompensa di 20 dollari. Cohn e i suoi colleghi avevano rilevato che indurre “i partecipanti a pensare alla loro professione sembrava incoraggiarli ad imbrogliare”.

Il nuovo studio pubblicato su Nature ha coinvolto quasi 1300 lavoratori, di cui 768 bancari e 514 lavoratori non bancari, distribuiti su “cinque differenti popolazioni in tre continenti”. Rahwan, Yoeli e Fasolo non avrebbero rilevato “nessun aumento significativo della disonestà” quando i dipendenti di istituti bancari erano stati indotti “a pensare al proprio lavoro” La ricerca ovviamente non contraddice lo studio del 2014 di Cohn e colleghi. Se mai mostra come “che le conclusioni dello studio del 2014 non possono essere generalizzate oltre la popolazione originale campionata”.

Gli autori del nuovo studio pensano anche che “la cultura professionale possa variare a seconda dei segmenti bancari, delle singole istituzioni, giurisdizioni o tra paesi”. E che vi sia la necessità di nuovi approcci scientifici e metodologici delle scienze sociali “per misurare l’onestà nel settore bancario e finanziario”. Con la necessità di risultati scientifici certi, considerando quanto una eventuale misurazione dell’onestà da parte di bancari e banchieri possa “influenzare i politici e l’opinione pubblica”.

L’attuale crisi di riproducibilità degli studi delle scienze sociali.

Gli autori spiegano nell’abstract dell’articolo che “le scienze sociali stanno attraversando quella che è stata descritta come una “crisi della riproducibilità “. E che i dati scientifici e particolarmente rilevanti “derivati ​​da popolazioni accessibili, come i laboratori e le piattaforme di lavoro di crowdfunding, non vengono sempre replicati”. In questo campo è stata finora meno considerata la riproducibilità dei risultati scientifici “derivanti ​​da popolazioni inaccessibili” e i recenti tentativi di replicare studi “di alto profilo hanno anzi escluso esplicitamente tali popolazioni”.

Link Nature: Heterogeneity in banker culture and its influence on dishonesty. Eterogeneità nella cultura bancaria e sua influenza sulla disonestà.

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