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Vasilij Kandinskij, padre dell’astrattismo

Vasilij Kandinskij

Nel mese di luglio si è conclusa al Mudec la mostra sul pittore russo Vasilij Kandinskij

Inaugurata nel mese di marzo, l’esposizione del Museo delle Culture di Milano è stata allestita con il contributo di importanti musei russi, tra i quali l’Ermitage di San Pietroburgo e il Museo di Belle Arti Aleksandr Sergeevic Puskin. Circa 50 i quadri esposti, del periodo precedente la svolta astrattista. 85 le altre opere minori, tra cui tra stampe e icone. Tutti i pezzi esposti – alcuni dei quali inediti per il nostro paese – erano quindi stati realizzati da Kandinskij tra la fine del del diciannovesimo secolo e il 1921. Nel dicembre di quell’anno Kandinskij lascia Mosca e la Russia, per trasferirsi a Berlino.

Quest’anno sarà il 150esimo anniversario della nascita del padre dell’astrattismo

Nato il 16 dicembre del 1866 a Mosca Vasilij Kandinskij è considerato il padre dell’astrattismo. È stato uno spirito inquieto nella vita come nell’arte, sperimentatore nella pittura con incursioni anche nel teatro. Dopo studi in giurisprudenza, e la laurea nel 1982, Kandinskij decide di rifiutare una docenza universitaria in Estonia. Vuole dedicarsi alla sua vera vocazione, quella artistica. Si iscrive quindi all’Akademie der Bildenden Künste di Monaco di Baviera, dove studia con Franz von Stuck pittore simbolista – espressionista tedesco.

A Monaco comincia a frequentare l’ambiente di artisti e intellettuali, molti dei quali suoi connazionali. Un circolo intellettuale che gravita intorno al quartiere di Schwabing, dove Kandinskij vive. Apre una scuola d’arte e con amici e studenti costituisce il gruppo Phalanx. La fase dell’astrattismo non verrà però prima del 1910, quando dipinge il suo primo acquerello astrattista. Un’opera in cui utilizza soprattutto il colore blu e il rosso, due dei colori primari in pittura, per lui fondamentali e strettamente collegati.

Sviluppa anzi una sua teoria per cui i colori vengono percepiti dagli spettatori in un duplice modo. Da un punto di vista fisico e organico, più superficiale e causato dalla struttura e dal cromatismo di un quadro, e dalla percezione fisiologica dei colori da parte del nostro occhio. Da un punto di vista psicologico o psichico, basato sul modo in cui il colore colpisce il nostro spirito e la nostra anima. Il suo trattato più importante, Punto, linea, superficie, spiega però come la grafica di un quadro, il segno, esistano, siano percepibili e determinino emozioni anche senza i colori. Immagine: Vassily Kandinskij, Giallo, rosso, blu, olio su tela, 1925, Musée national d’art moderne, Parigi – fonte Wikipedia

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